Contenuti per adulti
Questo testo contiene in toto o in parte contenuti per adulti ed è pertanto è riservato a lettori che accettano di leggerli.
Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
Questa storia nasce da un groviglio di emozioni che, per troppo tempo, ho provato a zittire.
Parla di legami che consumano, di attese che si allungano oltre il possibile, di mani tese verso chi non è mai davvero pronto a prenderle.
Parla di quel bisogno disperato di essere visti, scelti, desiderati.
E del coraggio che serve per scegliere, un giorno, se stessi.
Ho scritto per fare ordine.
Ho scritto per liberarmi.
E forse anche per lasciare andare.
Se in queste pagine hai rivisto anche solo una sfumatura di te, sappi che non sei sola.
Non sei sbagliata.
Non sei debole.
Hai solo amato qualcuno che non sapeva vederti.
Hai solo chiesto affetto dove l’affetto era a senso unico.
E tu, anche tu, meriti di meglio.
Questo non è un finale. È un inizio.
Un punto di frattura che può diventare rinascita.
Io sto ancora imparando a camminare senza "le briciole di lui".
Ho deciso che merito qualcosa di pieno, di vero.
Qualcosa che non si elemosina, che non si rincorre, che non si mendica con mezze frasi o con messaggi lasciati in sospeso.
Merito un legame che non abbia il sapore dell’attesa, ma quello della certezza.
Per troppo tempo ho confuso la presenza con le briciole, l’importanza con l’essere scelta “solo a tempo perso”.
Ho imparato a sorridere con il nodo in gola, a restare in silenzio per non sembrare troppo. A non chiedere, per non infastidire.
Ma oggi no. Oggi non mi basta più.
Merito occhi che mi vedano davvero.
Occhi che non mi attraversino, che non mi scivolino addosso. Voglio uno sguardo che si fermi, che mi riconosca anche nei giorni più stanchi, più spenti, più fragili. Che mi dica “sei qui, e va bene così”.
Merito mani che restino.
Non per comodità o abitudine.
Ma perché vogliono esserci. Perché trovano casa nella mia pelle e rifugio nei miei silenzi.
Mani che sappiano stringermi anche quando sono io a vacillare.
Merito parole che non siano scuse.
Ho ascoltato troppe promesse svanire nell’aria, troppe giustificazioni mascherate da affetto.
Adesso voglio parole che costruiscano, che creino ponti.
Non alibi.
Merito una presenza intera, reciproca.
Non a metà, non incerta, non a fasi alterne.
Non voglio più fare da sola la fatica di entrambi.
L’amore non è un sacrificio unilaterale. È un viaggio a due, con passi condivisi, con mani intrecciate e spalle che si alternano il peso.
Merito un sentimento che non mi faccia più sentire piccola, invisibile, sbagliata.
Perché ho creduto di dover cambiare per essere amata.
Di dover essere meno, o forse di più.
Di dovermi modellare in base alle sue esigenze, ai suoi vuoti.
Ma ora so che non ero io il problema.
Non erano i miei silenzi, le mie domande, il mio bisogno di sentirmi al sicuro.
Non era il mio modo di sentire tutto, fino in fondo, senza filtri.
Il problema era restare dove venivo spenta a poco a poco.
Dove la mia luce dava fastidio, dove la mia presenza veniva data per scontata, dove il mio valore veniva ignorato.
Ora so distinguere ciò che nutre da ciò che consuma.
So che la mia sensibilità non è debolezza, ma radice.
Che il mio bisogno di chiarezza non è pretesa, ma rispetto.
E che la mia essenza non è qualcosa da modificare, ma da custodire.
E allora sì, mi scelgo.
Mi scelgo anche quando tremo.
Mi scelgo quando dire “basta” costa fatica.
Mi scelgo quando il passato bussa e cerca di riportarmi indietro.
Mi scelgo perché finalmente so cosa significa stare dalla mia parte.
Scelgo il mio tempo, senza più rincorrere quello degli altri.
Scelgo i miei confini, anche se scomodi.
Scelgo la mia voce, dopo averla soffocata per troppo tempo.
Scelgo di restare dove c’è ascolto, non rumore.
Dove posso essere realmente io senza dovermi giustificare.
Perché non voglio più abitare spazi che mi stanno stretti.
Non voglio più chiedere permesso per esistere.
Non voglio più sopravvivere in luoghi dove non riesco a respirare.
Ora voglio vivere. Intera.
...
A chi ha dimenticato il proprio valore pur di sentirsi scelta.
A chi sta ancora cercando il coraggio di andarsene.
A te, che non mi hai mai scelta.
Ti ho dato spazio, tempo, pazienza.
Ti ho aspettato nei tuoi silenzi.
Ho giustificato le tue assenze e raccolto i tuoi vuoti come fossero i miei.
Ho curato le tue ferite mentre io andavo in frantumi.
A me, che meritavo di essere scelta e finalmente l’ho fatto.
Con tutta la forza che ho ritrovato.
Con tutta la verità che ho smesso di negare.
Con tutta me stessa.
Perché da oggi in poi, tutto ciò che sono non sarà mai più ridotto in misere briciole.
Da nessuno.
Per nessuno.
Oggi, per la prima volta dopo anni,
IO SCELGO ME STESSA.