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Testa mia dove te ne vai?
I pensieri si aggrovigliano come fili,
le parole si moltiplicano come numeri infiniti
e i sensi si confondono come pollini
in un campo di fiori profumati.
In corsa su montagne russe vertiginose
che tolgono il respiro,
spinti da quella irrefrenabile voglia
di attraversare i confini
per poi sprofondare senza reti
nell’abisso dell’inconscio,
dove la luce non arriva
e le sicurezze ormai consolidate
non trovano riparo.
Irrefrenabili domande nascono
e muoiono come missili scagliati sulla terra
che fanno rumore, che fanno tremare.
Estenuanti alterazioni celebrali,
connessioni neurali spossate
che assottigliate intiepidiscono la rabbia.
Capire cosa,
capire perché,
capire che forse
non c’è niente da capire.
