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Ieri sono andato a una conferenza di filosofia a Mirandola, in una sala appositamente dedicata a conferenze e mostre d’arte (e di altro tipo). Il titolo della conferenza era Introduzione alla filosofia antica, tenuta da un certo Luigi Serravalle. Un mio amico mi aveva telefonato per informarmi dell’evento, e io ero molto interessato, perché avevo studiato filosofia all’Università di Bologna all’età di ventitré anni, anche se non mi ero mai laureato.
Ci andai insieme a lui, che è laureato in storia ma si interessa molto di filosofia antica, specialmente di filosofia neoplatonica, e anche dei cosiddetti filosofi presocratici — di cui, con ogni probabilità, il relatore avrebbe parlato.
Un’introduzione alla filosofia antica, infatti, inevitabilmente doveva riguardare quei filosofi.
Il relatore mi parve molto sicuro di sé nell’esporre la vita e il pensiero di quei filosofi così importanti, che definiva “presocratici”. Era un uomo sulla sessantina, e mi sembrò molto in gamba. Attaccò subito con un tono spigliato, accompagnando le parole con gesti sicuri.
Disse più o meno così:
“In fondo, tutti gli uomini sono, possiamo dire, filosofi. Anche chi non è studioso o specialista possiede una propria visione del mondo, i tedeschi direbbero una Weltanschauung. Tutti hanno un’opinione su come va il mondo e sui rapporti con gli altri uomini, e con queste opinioni, originali o meno, si orientano nella vita e agiscono di conseguenza.
È però indispensabile evitare ogni presunzione, cioè l’idea che la filosofia greca — o occidentale — sia una prerogativa esclusiva dell’Europa. Non è affatto così: troviamo pensieri filosofici elaborati anche in altre culture, per esempio in Cina, con il taoismo o il confucianesimo, in India con i testi vedici e i poemi epici, o nei Vangeli e nella Bibbia, che sono testi anche profondamente filosofici.
Quando parliamo di Filosofia con la “F” maiuscola, tuttavia, facciamo riferimento alla Grecia, per due ragioni.
La prima, perfino banale, è che la parola stessa, filosofia, è nata lì: significa amore per il sapere.
La seconda è che la globalizzazione del mondo moderno, cominciata cinque o sei secoli fa, è avvenuta soprattutto grazie alla cultura europea — in particolare attraverso le scienze e le tecniche — le quali affondano le loro radici proprio nella filosofia greca. Ma ciò che conta di più è che gli intellettuali greci, rispetto a quelli di altre culture, compirono due passi straordinari. Il primo fu quello di separare la filosofia dalla religione e dal mito. Fino ad allora ci si accontentava dei racconti di Omero e dei poeti.
Quei pensatori greci, invece, a un certo punto smisero di accontentarsi delle risposte della tradizione e decisero di sottoporre tutto al giudizio della ragione.
Un filosofo del Novecento ha definito quel periodo come una sorta di illuminismo antico, in analogia con l’Illuminismo europeo del Settecento, quando tutto il sapere venne posto sotto il tribunale della ragione.
Il secondo passo fu ancora più importante: la filosofia venne separata da tutte le altre discipline — dall’arte, dalla religione, dalla politica — e divenne una forma autonoma di sapere.
Ma non solo: i filosofi iniziarono a riflettere non solo sul mondo, ma anche sul pensiero stesso.
La filosofia divenne così pensiero del pensiero.
Hegel scrisse che “la filosofia comincia quando appare il pensiero del pensiero”, e questa è, ancora oggi, la definizione più corretta che si possa dare.
La filosofia, infatti, non si ferma mai: è il pensiero che indaga i presupposti, il significato e le conseguenze di ciò che pensiamo.
Non a caso, i Greci scelsero la parola filosofia: avrebbero potuto fermarsi a Sofia, che significa sapere.
Ma decisero di chiamarsi filo-sofi, cioè “amici della sapienza”, per dire che non possediamo la verità, ma la cerchiamo.
Già Pitagora, Senofane, Socrate e Platone ci insegnano che la verità non appartiene all’uomo, ma può solo essere ricercata.”
La conferenza proseguì poi parlando dell’ápeiron di Anassimandro.
Alla fine il relatore disse:
“Ora, se c’è qualche domanda, sarò felice di rispondere.”
Io alzai la mano e chiesi:
“Io avrei una domanda, professore.”
Lui sorrise e rispose:
“Chiamami Gigi, non sono un professore.”
“Gigi, ha detto che la filosofia di questi autori si definisce ‘presocratica’, ma c’è qualcosa che non mi torna nelle date.
Se prendiamo Democrito, per esempio, fu un filosofo che morì dopo Socrate, e anche altri furono suoi contemporanei.
Allora, perché chiamarli così?”
Lui annuì e mi mostrò i libri che aveva con sé:
“Guarda, qui ci sono i loro detti e i riferimenti cronologici. Ti mostro come si collocano…e comunque è una questione di convenzione. Il termine ‘presocratico’ non indica tanto una data quanto un atteggiamento del pensiero: prima di Socrate, la filosofia si interessava soprattutto della natura, non dell’uomo.”
“Capisco,” replicai, “ma così non rischiamo di forzare la storia? È come se decidessimo che tutta la filosofia antica si divide in ‘prima e dopo Socrate’, quando in realtà molti pensatori non lo conoscevano affatto, o non ne furono influenzati.”
Gigi si sporse leggermente in avanti, con un sorriso che aveva perso parte della sua cordialità:
“Beh, le etichette servono per orientarsi, non per essere assolute. Se vogliamo, possiamo dire anche che tutto questo discorso è una semplificazione — ma senza semplificazioni, non si comunica nulla.”
“Non ne sono sicuro,” risposi, forse un po’ troppo bruscamente. “A volte le semplificazioni diventano gabbie. Si inizia per rendere chiaro, e si finisce per ridurre.”
Il pubblico mormorò piano. Gigi fece un piccolo gesto con la mano, come a voler chiudere lì la questione.
“Forse,” disse, “ma anche la filosofia ha bisogno di parole che delimitino. Altrimenti non si distingue più nulla.”
Non replicai. Mi parve che ci fosse qualcosa di vero in entrambe le posizioni, ma la sua sicurezza mi lasciò un leggero fastidio. Dopo qualche altra domanda da parte del pubblico, la conferenza terminò. Salutai il mio amico e tornai a casa, ripensando a quella breve frizione — e a quanto spesso, anche nella filosofia, la chiarezza e la complessità si scontrano.