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Sagome grottesche e gocce d'acido che solcano cieli di piombo
bocche impastate di schiuma di sonno
sogni ad occhi con pupille bianche e gambe intirizzite
divaricate nei pantaloni incrostati di fango, il soldato Murphy sogna.
“Aspetta andiamo… ora sono a posto”, esce dalla bara di terra, le mani sugli occhi sull’elmetto, le trincee della grande guerra, non c'è ne sarebbe stata un'altra… dicevano loro, i generali.
Al di là della terra di nessuno il nemico come una bestia con occhi rossi di brace e cannoni a bocca spalancata,
l'aria è fatta di frammenti di vetro
che stanno per schiantarsi,
gli alberi pantomime della danza della morte
e allora, proprio in quel momento, il soldato Murphy sente le campane, le labbra si distendono, voglia di scappare, di correre.
Poteva essere così semplice il fermare, il tarpare le ali alla morte?
ecco che cos'è… laggiù è la Pasqua
i crucchi vanno a messa
e il soldato Murphy capì che erano solo parole e che non significavano nulla…