Gli ultimi minuti di te

Solo.
Solo come m'hai lasciato,
nella corrente. Nella vita.

Quel lungotevere, quel traffico
Era tutto così freddo e già lo capivo.
Ma non capivo che non t'avrei più vista.

Come lo spieghi ad un bambino?
Come lo spieghi
che avrei dovuto andare avanti,
che avrei dovuto essere normale ?

Comunque. Dovunque.

Quel sorriso di merda
che mi sono stampato in faccia
e che mi ha ricacciato in gola
tutte quelle lacrime
che mi avrebbero salvato.

Perché sorridevi
in quel letto d'ospedale?
Perché non mi hai detto
che stavi per morire?

Sarei stato più pronto,
avrei imparato a soffrire,
non l'avrei in gola tutto ora
questo dolore sordo.

Giorni confusi con anni,
anni con istanti
io non ricordo più.

Immagini tagliate e ricucite a caso.
Quella vita strana:
c'era tutto.
Non c'eri più tu.

Lo sapevo già
quando me l'hanno detto.
Lo sapevo
che ero solo.

Non mi mancavi:
non avevo avuto il tempo di capire
quale vuoto ci sarebbe stato.

Adesso lo so
e devo svuotare questa sacca,
piena di lacrime e vuota d'amore.
Va a capire
Ero più forte a sette anni.

Mi sono forzato
a non volere una spalla
per piangerci sopra.
Non so perché
ma adesso la voglio.

Che avresti detto di me?
Di quello che ho fatto?
Della mia vita?

Me lo ricordo
quel pomeriggio:
Eri tornata, c'era gente,
c'erano facce
che non capivo.

Come lo spieghi
ad un bambino?
Come lo spieghi?
Come gli spieghi che eri tornata
perché era già tutto finito?

Perché non me l'hai detto?
Perché non mi hai fatto capire
che erano gli ultimi minuti di te?

Ti avrei abbracciata,
ti avrei stretta,
ce l'avrei nelle mie mani ancora
le tue mani.

Quanta disperazione
hai dovuto nascondere?
Quanto coraggio?
Quanta solitudine?

Come la mia adesso?
Anche una folla é il vuoto
A chi parlo e perché,
se non posso scaricare
questo piombo che ho nel petto?