Puerto de Santa Maria

Era una mattina di fine Settembre. Raoul lo aveva incrociato per caso. Era uscito presto per fare la sua pescatina d’altura e lo aveva intercettato a un chilometro abbondante dalla costa.

Pablo nuotava in direzione ostinata verso l’oceano Atlantico. Immaginando che non esistesse la fatica, se fosse stato in grado di tracciare una linea retta avrebbe proseguito sfiorando Madeira e sarebbe approdato nella Repubblica Dominicana, non che ne fosse consapevole, neppure che fosse possibile.

Questa volta c'era mancato veramente poco che non lo trovassero più. Pablo nuotava, quasi ogni giorno e per lunghe tratte. Quando capitava che si dirigesse verso l'oceano, la gente lo fermava per paura che non tornasse. Molti erano convinti che finora fosse sempre andata bene ma che se un giorno nessuno si fosse accorto che si stesse dirigendo verso il largo, Pablo sarebbe sparito per sempre.

Pablo nuotava quasi tutto l'anno, eccetto quei due o tre mesi in cui il mare era troppo mosso e freddo. Non era particolarmente alto, aveva muscoli robusti ed era dotato di una resistenza fuori dal comune. Il suo corpo, seppure poco slanciato e troppo massiccio per la sua modesta altezza, conservava un'eleganza inspiegabile, che andava al di là delle proporzioni formali.

Quel mattino Pablo nuotava verso l'Atlantico, nuotava e piangeva.

Nel silenzio dell’alba si era iniziato a percepire il rumore sommesso del motore fuoribordo. Raoul gli si era avvicinato, lo aveva tirato su e si era accorto che era completamente nudo. Pablo si era lasciato sollevare a peso morto, senza dire una parola aveva fatto un po’ di spazio sulla panca di legno spostando una serie di esche, si era seduto ed era rimasto lì a tremare e a gocciolare.

Un giorno Pablo scomparve, senza riuscire a confessare a Raoul che quando entrava in acqua lo faceva per tentare di annegare, e che fino a quel momento non ci era riuscito perché gli mancava il coraggio per lasciarsi morire.