A te che sei uno dei tanti

scritto da Fresia
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Autore del testo Fresia

Testo: A te che sei uno dei tanti
di Fresia

In questi ultimi tempi, si sente sempre più spesso parlare di riarmo e di potenziamento degli eserciti europei e le esternazioni di Putin risultano alquanto inquietanti.
Considerando il numero davvero elevato di soldati russi già morti durante l'attuale conflitto con l'Ucraina, mi sono chiesta quanti di loro, in realtà, siano andati al fronte con convinzione. 
Negli eserciti ci sono sempre coloro che si esaltano all'idea di combattere e che si sentono autorizzati a commettere atrocità e la storia ce lo insegna molto bene. 
Tuttavia, ci sono anche molte persone che non hanno scelto di farlo, che sono state obbligate a lasciare casa e affetti per partecipare ad una guerra che non sentono e spesso combattuta non tanto per difendere la propria terra, ma per invadere, conquistare, eseguendo gli ordini  impartiti da chi detiene il potere.
Mi viene in mente la famosa tregua natalizia del 1914. Sui campi di battaglia della Grande Guerra molti soldati sospesero le ostilità temporaneamente e in modo del tutto arbitrario, per celebrare il Natale con il nemico. Un episodio del genere, che non fu l'unico, fa pensare che tra quegli uomini non ci fosse un odio così profondo per la parte avversa, ma piuttosto un grande desiderio di pace. Probabilmente combattevano esclusivamente per dovere e per la loro sopravvivenza.
Ricordo, inoltre, i racconti di mia madre relativi alla Seconda Guerra Mondiale. Era rimasta colpita dalla giovane età di molti soldati tedeschi e, parlando la loro lingua, aveva appreso che erano partiti per il fronte contro la loro volontà, in preda alla paura e per nulla preparati ad affrontare i combattimenti.
Ricordo ancora la sua commozione quando raccontava di averli visti piangere, stringendo tra le mani le foto delle loro madri o delle loro fidanzate. Quei ragazzini non erano certo i mostri che Hitler voleva e tanto apprezzava.
Io credo che in ogni guerra, antica o moderna, chi ha dovuto e deve combattere perché costretto, sia semplicemente una vittima della follia di coloro che, avidi di potere, ordinano crimini terribili contro l'umanità. E mi chiedo: vittoria o sconfitta, qual è la differenza per chi ha perso o perderà la propria vita?
Pensando a tutto questo e immedesimandomi nella madre di un caduto che mai avrebbe voluto partire per il fronte, mi è venuto spontaneo scrivere questo breve testo che vuole essere semplicemente una dedica per chi non ha avuto scelta. 


A TE CHE SEI UNO DEI TANTI

A te che non hai più assaporato la dolcezza dell'alba
o la bellezza dei rossi tramonti 
che si tramutano in notti di pace e in sogni d'amore.
A te che non hai più un volto 
e che sei solo un' immagine sbiadita.
A te che vivi sepolto in qualche ricordo 
destinato a svanire con l'inesorabile passare del tempo.
A te che non hai più avuto carezze se non quelle della dura terra,
che non hai più sfiorato le mani di chi tanto amavi.
A te che adoravi la vita, ma che hai dovuto seminare morte.
A te, costretto a compiacere chi non combatte,
ma dall' alto del suo scranno comanda distruzione.
A te vanno questi miei pensieri 
pur sapendo che non ti giungeranno.
Eppure li scrivo, sperando che un giorno diventi inutile
dedicare a qualcuno parole come queste.


A te che sei uno dei tanti testo di Fresia
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