Pentecoste Blues

scritto da Domenico De Ferraro
Scritto 6 anni fa • Pubblicato 6 anni fa • Revisionato 6 anni fa
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Autore del testo Domenico De Ferraro
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Pentecoste blues e un canto d'amore per la rivelazione insita nella creazione del nostro comunicare una comunicazione che è una canzone d'amore per gli ultimi di questa terra.
- Nota dell'autore Domenico De Ferraro

Testo: Pentecoste Blues
di Domenico De Ferraro

PENTECOSTE BLUES



Il canto della Pentecoste nella discesa dello spirito santo riempie ogni cosa che giace dimenticata tra i neri fossi e le brulle campagne ed ogni cosa si trasforma nell’essere uno e molteplice , nel fluire delle rime, s’eleva in volo verso l’indefinito palpito della vita , si trasforma nel suo linguaggio, trasformando me stesso e la mia espressione.
Oggi si canta la nuova Pentecoste che sboccia con il suo concetto di libertà , starnazza come fosse un oca nell’aia, come fosse una donna vecchia di cent’anni che s’alza la gonna nel vento della sua tristezza. In questo giorno, ogni cosa diviene possibile , una triste ballata nell’amore della madre terra , un divenire che raccoglie le voci di migliaia di popoli nell’indefinito essere divino ed alleluia , alleluia , signore del cielo , noi cantiamo nella tua lingua la tua sposa eterna , madre di ogni cosa viva .


Madre dai grandi occhi chiari , figlia di tante storie di tante passioni , figlia della sorte e della
verità del tempo che passa . Si canta signore la santità degli innocenti , mentre il sangue scorre dal corpo ferito degli ultimi il quale bagna le coste l’ ossa dimenticate tra i mucchi di rifiuti della città. Spirito silvano risorge indomito , verbo con cui molti uomini parlano ogni lingua , una strana lingua che tutti comprendono nella sua musicalità , nella sua melodia , nell’ora che dondola nel vento nel chiedere e nel rivedere cosa siamo stati.
Tutto muta nel discorso che vario, si flette in diversi neologismi , lingue, metri, rinati in fondo ad una fossa grammaticale ove riposa dimenticata la nostra dignità. Banale parole forse redivive sul bianco foglio in cui si muovono e si divertono a far capire chi siamo.

Mi sento triste e solo , sai proprio come si sente un pover'uomo ? Ho giocato ai dadi con la mia libertà , quelli al bar mi hanno preso tutto quello che avevo .
Ho giocato ai dadi ed alle carte, mi hanno preso tutto.
Ho dovuto impegnarmi la mia camicia e mi son venduto gli abiti migliori per poter ritornare a casa dalla mia famiglia. Ed ho percorso miglia e miglia a piedi con la mia chitarra. Ho dovuto fermarmi per capire sotto quale cielo fossi , ho dovuto riflettere su ogni attimo di questo divenire ,
per poter credere che ogni cosa potesse essere una espressione della creazione. Ho dovuto guardare nel buco dell' universo per potermi salvare per l'ennesima volta.
E non volevo credere ai miei occhi , quando sono giunto , da dove ero partito ed ho visto la mia casa com'era nel verde tra tante case dipinte male , vecchia casa ove nacque questo mio canto .


Ed ho proseguito con tutti i miei dubbi , le mie incertezze credendo di dover riuscire in questa mia stupida impresa poetica , dopo aver imparato ad ascoltare a credere in me stesso, verso una nuova terra, in una nuova legge , giuro non mi sono girato indietro , non ho fatto quella faccia da stupido che mi porto sempre appresso .
Ho provato a vivere e cantare una nuova poesia , scrivere dei nuovi versi , immergermi in una nuova melodia , così ho sperimentato questo verseggiare ,negli accordi che compongono questa mia canzone,
io ho pianto. Disperato, oggi continuo a viaggiare mentre il signore da lassù mi osserva , attraversare l’ossesso ed il sesso delle lingue eloquenti, nella metafora , nell'incessante ricerca di un senso per questa vita.


Mi sono inginocchiato e ho pregato . Ma io confesso non piango per coloro che mi hanno fatto male, per coloro che mi hanno calunniato , denigrato , forse sbaglio lo so dovrei essere migliore. Signore , restituiscimi la mia famiglia ridarai i miei figli, ridammi il mio amore ed io non piangerò più? .
Ridammi la mia vita , signore ed io non piangerò più .
Non devi per forza, farmela ritrovare in casa vestita a festa . Signore , basta che la conduci vicino a me , mano nella mano , vicino al mio cuore, nel mio triste canto mentre scaccio una mosca che mi ronza dispettosa intorno. Attendo il tuo perdono signore , d'altronde per capire quanto amore ho provato per questo mondo .
Ora sento la tua voce nell’eco del silenzio, signore ed in ogni lingua ,in ogni luogo nel divenire , verso dopo verso io canto questo strana canzone di Pentecoste per la mia redenzione e da ogni cattiva intenzione .
Pace a te signore, pace chiedo per tutti gli uomini di buona volontà.


Pentecoste Blues testo di Domenico De Ferraro
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