demoni

quattro sedie e un tavolino rotondo
ferro battuto, fa tanto bistrot
ma scalzi sul prato
solletica l'erba le piante
e le risate tra l'insalata:
cosí ci ritroviamo ogni volta
dopo la quiete
-sempre troppo vasta-
e dopo ogni tempesta
che neppure ci lascia spettinati
ma pronti ad andare dritto avanti
o gironzolare a rincorrerci la coda.

abbiamo voglia di spingere le pareti
e fare ogni stanza piú ampia
poi respirare quieti
a cuccia subito fuori
dal posto in cui si decidono
i destini del nostro mondo
cerbero ha soltanto tre teste
come tre sono le nostre amiche artigiane
chissà perché neanche qui siamo adatti
per numero o per indole
penzoliamo un po' al limite
come la bestia riposa sul ramo
sembra sciolta dal caldo o dall'ozio
una zampa abbandonata
ma pronta ad essere feroce, veloce
e senza remore,
troppo selvatica
per starsene educata
nella tua fantasia. 

abbiamo molto da discutere
mentre guardiamo i passi scorrere:
c'è ovunque qualcosa di curioso
e quando qualcosa
trova il proprio nome
un attimo di pace e di verità primitiva
non si sente con la ragione
si sente con la pelle.

ho avuto soltanto una madre
prima della terra