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Vanno, vengono le mie solitudini,
come bianchi velieri salpano e approdano.
Portano voci su trascoloranti onde,
forza liquida che esulta frangendosi;
voci di sirene: così cantano i pensieri.
Scrutatrici della fiamma che tortuosa
guizza nel cuore, oltre la parola, - sangue
e muro, - oltre la girandola dei segni.
Sonde. Con mani piene di vento, d'un sentire
oscuro mi tendo, altre mani non mie
che invano nascondo, trafitto dalla spada
d'un linguaggio di soavi trasparenze
e sinistre. Perchè il filo d'erba? Perchè
il cielo? Ombre d'essenze? Un velo
di polvere, un raggio di luce già trattiene
tutto il male e tutto il bene del mondo.
Voci a picco che rifate bambini i sensi,
spezzate la scorza, confuse
con i gridi salini dei gabbiani!
