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Ho sentito l’odore della traccia,
Il confine della tua santità, ove
giace il Logos, e si batte Polemos;
non sei più nell’icona! santo dio
dei miei avi! Fuggito sopra le
fiamme, fuggito in battaglia,
fuggito, ecco; codardo dal
lungo bordone, mai più canterà
la tua gloria il pennello, mai
più oserà il pittore sprecare
le mani in quell’orazione, giacché
tu, dio pavido, dio stolto, hai
salito i cieli sino alla mistica rosa,
e, abbarbicato ai confini del Cosmo,
hai strillato per l’ultima volta quel
nome, il tuo, nella speranza - virtù
di disfatta rassegnazione - di udire
una eco che ti ricordasse, in quel ferale
istante, la tua stessa identità.