Genocidio nascosto

Prendo la metropolitana e vado in università. Giro per la città, fa caldo  
sto per far tardi, ma penso a cosa farò dopo. A lezione un brivido di coscienza mi porta lontano: 
bambini senza infanzia e donne senza voce. Zaino chiuso e torno indietro, mi perdo 
nel mio piccolo schermo ed è subito sera. Ascolto le notizie: senso di colpa e senso di fame. 
 
Tutto va avanti sempre e comunque. Grande tristezza si alterna a monotonia 
di immagini che vedi ad occhi chiusi. Anche loro non sanno più il perché 
stanno perdendo il sorriso e i figli. Zone del mondo dimenticate dal mondo. 
Mangio la mia cena, sa d’amaro. Aspetto che passi, vedo fare così.