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Ven 19/7/2025, 12:35 - 12:42
Stato d'animo: pudore
C'era una volta un mago
Sì, uno stregone
Un alchimista oscuro
Un uomo muscoloso
Che aveva fatto della magia
Il suo più grande dominio
Il suo più grande strumento
Di espansione spirituale
Al fine di sembrare impenetrabile
(Immagina un essere
Atletico
Intelligente
Ricco di cuore
Che pratica le arti magiche
Sembra quasi impossibile scalfirlo
Vero?)
Un giorno gli si presentò di fronte
Un drago
Quello stesso drago
Che aveva accudito quando era giovane
Quel cucciolo di sputafuoco
Che abbandonato dalla madre
Fu soccorso da un umano
Un suo futuro pasto
Che diventa cibo di gloria spirituale
Quel mostro lo guardò negli occhi
E gli sussurrò con il piombo in gola:
"Perdonati"
Lo stregone non capì
Rimase fermo per un attimo
Sui suoi piedi
Si chiese il motivo
Di una parola giunta così
Senza un apparente significato
Poi l'eco di quel termine
Crebbe sempre di più nelle sue orecchie
Ed il mago iniziò a tremare
Crollò su se stesso
Si sedette su di una roccia
Lì nelle vicinanze
Ed iniziò a piangere
Gettando il suo bastone per terra
Perché si era reso conto
Che era lui
Lo stesso mostro
Che aveva accudito
Una mente così caparbia
Coperta dalla sua stessa Ombra
Che in un semplice attimo
Vide uno spiraglio di luce
Un momento di speranza
Nella sua vita di tenebre
Oscuri miasmi
Che si erano da soli generati
Nella sua stessa testa.