Ti manderò una cartolina

Ti manderò una cartolina


Ti scriverò una cartolina,
da una città che profuma di
pietra antica e gelato al
limone,
dove il sole scalda le croci
e le antenne sui tetti rossi e
e sulle sacre cupole.
Le fontane raccolgono monetine
innamorate
e raccontano le solite storie a chi
gode ascoltarle.
E tu mi manchi come il rumore
del mare in una città senza
spiaggia.
Ti manderò una cartolina,
sicuramente arriverà tardi
con l’angolo destro piegato,
arriverà dopo di me.
E tu la leggerai,
forse con un sorriso,
o forse con un profondo sospiro,
ma già sentirai il mio profumo.
Ma non l’ho mai spedita,
così è rimasta lì, come certe emozioni
che non trovano il coraggio,
come certi abbracci che restano
sospesi,
tra il desiderio e il pudore.
L’ho trovata per caso,
in una scatola che odorava di carta
vecchia e stropicciata,
tra fotografie sbiadite e biglietti di
treni che non passano più.
Sul retro, una scrittura inclinata,
come se il cuore avesse capito,
e la mano ha tremato
mentre scrivevo.