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Notturno lago di favelle spento,
specchio dei ciel, cristallo di natura,
presso di te, ferendo l'aura scura,
d'un cigno giunge l'ultimo lamento.
E mesto e vago lo sospinge 'l vento,
fra le tue riva, che la notte ascura,
poi, risalendo le vicine altura,
sperdesi cheto e langue in un momento.
Alfin riecheggia ed indi si cancella;
per un istante, quando 'l canto ha pace,
s'apron pietosi i manti di procella;
sulle tue sponda appar, vision fugace,
ai tremolanti lumi delle stella,
quel bianco cigno che, spirato, tace.