Contenuti per adulti
Questo testo contiene in toto o in parte contenuti per adulti ed è pertanto è riservato a lettori che accettano di leggerli.
Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
Amo ascoltar di te le narrazioni
che tu credi per me rasserenanti
mentre dubbi alimentano e passioni
come evocare demoni danzanti
o fantasmi in un sordido consesso,
vagolanti e vocianti tutt’attorno,
che s’acquietano solo nell’amplesso
e poi nel sonno fino al nuovo giorno.
Amo attizzare questo nostro fuoco,
rinnovando di noi quanto vissuto
come d’amore e psiche fosse un gioco
ove di Psiche è il volto sconosciuto, (*)
quello che cerco in ogni tuo sussulto.
Così, viver nel grembo tuo vorrei
o nell’anima tua, ospite occulto,
per carpirti e capirti, Dea che sei.
Ma so pur che sarebbe mala sorte
illuminar quel ch’è il tuo lato oscuro,
destino ineluttabile di morte
d’un amore ch’or sento imperituro.
(*): secondo il mito (Apuleio: Le Metamorfosi) è a Psiche, giovinetta mortale, che era stato proibito di vedere il volto di Amore/Eros, un entità divina, figlio di Venere/Afrodite, invaghitosi di lei per essersi ferito con il suo stesso strale. Mito ispirato a che la donna non dovesse conoscere il volto dell’eros? Reinterpretando in chiave moderna, credo invece che il personaggio mortale sia Amore/Eros, che potrebbe dissolversi dopo aver svelato il volto (divino?) di Psiche, cioè l’anima del/della partner, col suo carico di mistero, che tale deve restare in quanto elemento consustanziale all’amore.
(Sisifo Gioioso, 05.11.2025)