Liberi di essere:la maschera e l'autenticità persa

scritto da Strabik92
Scritto 22 giorni fa • Pubblicato 21 giorni fa • Revisionato 21 giorni fa
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Capitolo 2: Paragrafo 6: La Maschera e l'Autenticità Persa
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Testo: Liberi di essere:la maschera e l'autenticità persa
di Strabik92

6) La Maschera e l'Autenticità Persa
Il volto che mostriamo al mondo e quello che teniamo per noi

C'è un'attività che, in misura diversa, tutti pratichiamo: quella di scegliere quale "volto" mostrare a seconda della situazione. Con gli amici siamo un modo, in famiglia un altro, al lavoro indossiamo un'ulteriore espressione. In sé, questa capacità di adattamento è sociale e utile. Il problema sorge quando questo adattamento si trasforma in una dissociazione costante, quando le "maschere" che indossiamo si incollano così bene al volto da farci dimenticare come siamo fatti davvero. La maschera non è un accessorio scelto con leggerezza. È una strategia di sopravvivenza, forgiata dalla paura del giudizio. È l'armatura che indossiamo per proteggerci, convinti che il nostro vero sé – con le sue insicurezze, le sue passioni insolite, le sue idee non convenzionali – sia inaccettabile, troppo "troppo", o semplicemente non abbastanza.

La Maschera della Competenza Assoluta: A lavoro, non chiediamo mai aiuto, non ammettiamo lacune. Sembriamo una macchina efficiente, ma dentro siamo esausti dalla fatica di sostenere un'immagine. La Maschera della Spensieratezza: Con gli amici, siamo l'anima della festa, sempre pronti a una battuta. Nascondiamo la nostra vulnerabilità per paura di essere visti come "pesanti" o "lamentosi". La Maschera dell'Accondiscendenza: In famiglia o in coppia, diciamo sempre "sì", mettiamo da parte i nostri bisogni per compiacere, per non creare conflitti. Sembriamo persone facili, ma dentro coviamo un silenzioso risentimento.

Qual è il costo di questa recita perpetua?

È un costo altissimo: l'autenticità. Più indossiamo la maschera, più perdiamo il contatto con la persona che c'è sotto. Iniziamo a non sapere più cosa ci piace veramente, cosa pensiamo davvero, cosa vogliamo autenticamente. Le nostre scelte diventano reazioni a ciò che crediamo gli altri si aspettino da noi. La vita si trasforma in una performance, e come in ogni performance, la paura di sbagliare la battuta o di cadere dal palco è costante. La maschera, nata per proteggerci dal giudizio, finisce per isolarci in una solitudine profonda, perché ciò che il mondo sta applaudendo non siamo noi, ma un personaggio che abbiamo creato.

Togliere la maschera non significa rivelare al mondo ogni nostro più intimo segreto. Occorre smettere di recitare attivamente. Significa fare piccole, coraggiose scelte quotidiane di autenticità:

Dire "non lo so" quando è vero. Esprimere un'opinione diversa, con gentilezza. Ammettere di essere stanchi, tristi o spaventati. Condividere un interesse che forse non è "di moda". Dire "no" quando è quello che sentiamo.

È un atto di rivoluzione gentile verso sé stessi. È il ritorno a casa. È la faticosa, meravigliosa scoperta che la persona che eravamo sotto la maschera non solo è accettabile, ma è l'unica che possa veramente connettersi con gli altri, essere amata per ciò che è e, soprattutto, trovare la pace.

Esercizio Pratico: Il Museo delle Maschere

Questo esercizio ti aiuta a portare consapevolezza alle diverse maschere che indossi, per iniziare a distinguere la performance dal tuo sé autentico.

Crea una Scheda per Ogni Maschera: Sul tuo quaderno, dedica una pagina a ciascuno dei tuoi ruoli principali (es. "Il/La Professionista", "Il/La Figlio/a", "L'Amico/a", "Il/La Partner").

Descrivi la Maschera: Per ogni ruolo, rispondi a queste domande: Come devo apparire in questo ruolo? (Es.: Sempre competente, sempre allegro, sempre disponibile) Quali emozioni o tratti devo nascondere? (Es.: Incompetenza, tristezza, rabbia, noia) Qual è una piccola cosa che il mio sé autentico vorrebbe fare o dire in questo ruolo, ma che la maschera mi impedisce?

Scegli un Atto di Autenticità: Osserva le tue schede. Scegli UNA sola maschera e, nella prossima occasione in cui la indosserai, compi un piccolo, deliberato atto di autenticità ispirato all'ultima domanda.
Esempio per "Il/La Professionista": In una riunione, dire "Questo punto non lo so, mi informo e ti rispondo" invece di improvvisare una risposta.
Esempio per "L'Amico/a": Rispondere "Onestamente, oggi sono un po' giù" alla domanda "Come stai?".

L'obiettivo non è eliminare tutte le maschere, ma renderle più traspiranti. È renderti conto di averle, e di avere il potere di toglierle, anche solo per un momento, per permettere a te stesso di respirare.

CONTINUA...

Liberi di essere:la maschera e l'autenticità persa testo di Strabik92
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