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La vispa Teresa ha fatto un test. La vispa Teresa sono io. Dovevo fare un test. Perché no? Ce ne sono tanti, ne faccio uno anch’io.
Ho pubblicato per qualche ora un testo. Il Test del Testo in anonimo.
Ci credereste? Oh! Sì! Ci credereste, lo so. Magari qualcuno di voi lo ha già testato il suo testo.
Se non fosse così, provate, dovete! Tentate di scrivere un testo ‘Anomalo’ in Anonimo é uno spasso! Un po’ differente dal vostro solito, una poesiola con una buona metrica ma non troppo, un’opinione ma non troppo, un racconto ma non troppo, un qualcosa che vi rappresenti ma non del tutto, come una brutta minuta che spiegazzata possa nascondere il sottotitolo, il sotterfugio, il sotto.
Sapete, vero, che è successo? Invece del solito ‘gruzzoletto’ di likes, mi è comparso un bel solitario, che ha campeggiato libero e solo nel centro della pagina. Uno solo! Dico io!
Il solitario, però, ha un bel visetto, compunto, serio e soprattutto convinto e convincente.
Cosa avevo scritto per meritarmi la sua unica fiducia?
Dovevo essergli proprio piaciuta.
Cosa avevo fatto scattare a quell’unica anima?
Pensavo: ‘ E non mi ha lasciato un rigo! Non mi ha spiegato le sue ragioni! Che birbone!
Ma l’unica ragione ce l’ha lui. Adesso vado a prenderla.
Non posso scrivere messaggi ‘private and confidential’ su questa cosa, non posso! Non é cosa! Siamo quasi, quasi a Natale, mi faccio un regalo.
E allora gli ho telefonato! Non ci crederete! Cosa? Non lo sapevate? Sì, sì può telefonare! C’è un servizio, nell’ultima riga delle ‘opportunità’, non si vede, ma c’è. È per gli over-plus…Io sono over-plus-plus.
Comporre senza riagganciare Ali-like numero 20512.
‘Hello?’
‘Pronti… chi parli?’
‘ Pronta Amico mio, pronta. Ascolta. Ti sembrerò pazza. Mentre alcuni, qui ,stanno ingrassando, producendo quantità inumane di testi di rilevantissima significazione, da fare invidia anche alle migliori intelligenze artificiali di Cape Canaveral, tanto bistrattate le povere, altri vivono in fondali di scene teatrali, graticce posticce, trasudano polvere desueta e amori strappabudella, altri ancora sono dei matacchioni s'inventano delle cose, ma delle cose, da non credere! E io, che non sono da meno, mi stavo chiedendo il significato del tuo solitario ‘like’ nella mia arida polverosa e incerta graticcia del test al testo.
Non voglio insinuare alcun dubbio, non voglio insinuare che tutto sia una bella fola che ci raccontiamo, Dio, no!
Me ne scappo e libero, ma forse, sai, sono in un periodo di ‘bassa’, di ‘bassa forza’ e ho soltanto bisogno di rassicurazioni, oggigiorno, del resto, chi non ne ha bisogno?
Nel mondo virtuale, artificiale anzi, puoi capire la mia assoluta preoccupazione a mantenere il tuo discernimento e la tua capacità di giudizio integra, solida e immutabile nel tuo unico ‘like’ alla mia illusione. Eterna e poliedrica, eclettica e granitica, performante illusione di Ali di Carta, capisci?? Ali di Carta. Dio! Solo la parola e mi sento svenire dall’emozione!
Ho chiesto a maghi, guru, maestri vodoo, a giornalisti in pensione, a scrittori accreditati in carne ed ossa e tutù, a fantasmi di scrittori richiamati da medium incallite. ‘Ma perché diavolo scrivo?E poi questa è emme maiuscola al mannitolo oppure no?’
E soprattutto come scrivo? Nessuno mi ha dato una risposta soddisfacente, la medium si è strozzata quando credeva di parlare con Tolkien invece era solo un vocale dello zio su whatsup, il guru mi ha continuato a ripetere che dovevo ripulirimi l’aura, il giornalista mi ha detto che scriverei molto meglio se mi facessi qualche canna, e lo scrittore in carne ed ossa mi sbirciava nella scollatura.
Solo tu puoi capire il mio punto di vista e, forse, tu solo mi hai davvero apprezzato in questo tempo e in questa veste, sotto e a pensarci bene e a ben guardare, ci sei sempre stato tu, davvero sei sempre stato sotto, sotto ai miei testi, solo tu.
Allora ho scritto per te.
Del resto tu capisci quella mia passione perché ti ha travolto, tu l’hai accolta a braccia aperte e quanto ti sei divertito a rotolarti con lei e con me nei miei racconti.
Le mie storie ti torturavano, ti stuzzicavano, ti divertivano, ti assatanavano.
Mi hai letto sempre, quanto mi hai letto! Letto, letto e ancora letto.
Del resto, tu rimani l’unico, il solo, il mio lettore, baluardo del mio test.
La domanda è ancora, e ancora e ancora: ‘Perchè?’
‘Ma cui è chista? Picché?… Cosi picché?...Ma vaffan….’
‘Hello? Ehi like? Non ho capito...Puoi ripetere? Pronto? Like? Ci sei?....Pronto???’
‘Qui Ali di Carta, il numero da lei composto, al momento non è raggiungibile, la preghiamo di pubblicare più tardi’.