Il 23 maggio è il compleanno di mio papà ma è anche il giorno in cui 500 chili di tritolo uccisero 5 persone, Giovanni Falcone, sua moglie e tre agenti della scorta, facendo tremare Capaci ma in verità tutta italia. Ogni 23 maggio faccio gli auguri a mio papà ma mi ricordo che in quel giorno del 1992 c’è stato uno degli attentati più importanti alla giustizia e alla legalità. In questo giorno ai telegiornali si sente parlare spesso di mafia, di mafiosi, questi “uomini d’onore”. L’onore presuppone la stima, la dignità, il valore morale e dov’è l’onore di un uomo che imprigiona e lascia in un bunker per 25 mesi un ragazzo di 12 anni per poi scioglierlo nell’acido, dov’è l’onore di un uomo che uccide chiunque lo contraddica, dov’è l’onore di un uomo che uccide la giustizia. L’onore per la mafia è il rispetto di regole e valori interni, primi tra tutti l’omertà e la piena lealtà alla famiglia. L’infrangere questi valori ha come pena la morte e non a caso il ragazzo di 12 anni appena citato, Giuseppe di Matteo, fu ucciso perchè suo padre aveva tradito la famiglia, se così si può definire, diventando collaboratore di giustizia. E’ proprio l'irreversibilità del giuramento che si fa per entrare in questa organizzazione criminale a renderla una prigione senza uscita. Una volta intrapresa questa via non si torna indietro, tutto ciò che ti viene chiesto di fare devi farlo senza esitare. Purtroppo tante persone non trovando il coraggio di denunciare, o perché apparentemente le azioni che gli vengono richieste sembrano banali, entrano nel meccanismo di questa enorme macchina che è la mafia che ti toglierà tutto, fino all’ultima lacrima. Allo stesso modo tanti bambini che crescono in ambienti dove le dinamiche mafiose sono la quotidianità, quasi per imitazione, visto che per natura non possono credere in quella violenza, in quella meschinità, prendono parte all'organizzazione mafiosa. Questo è un tema che esplica alla perfezione ciò che è la mafia, e proprio per questo è stato oggetto di tanti film e libri come “Goodfellas” di Martin Scorsese o “La paranza dei bambini” di Roberto Saviano. La mafia è un enorme parassita che vive alle spalle di ognuno di noi. Questo parassita inizialmente è alla ricerca del modo più semplice di fare denaro che però degenera in un circolo vizioso senza fine. Il parassita, assetato, continua a nutrirsi ed uccidere senza rendersi conto che in questo modo sta uccidendo sé stesso. Come dice Roberto Benigni: “Chi uccide, uccide sé stesso. E il peggiore è chi permette che si uccide”. Nella storia tante persone hanno trovato vantaggi nella mafia ma probabilmente questi vantaggi gli hanno accecato la vista perchè la mafia finisce per uccidere tutti, toglie la vita fisicamente o psicologicamente a tutti. E’ davvero vita quella del latitante che deve vivere nascosto, isolato? Il bene più grande che ognuno di noi ha è la libertà e quando si perde si perde la vita stessa. Non bisogna però pensare che la mafia sia invincibile, anzi è molto più debole di quanto si possa pensare poiché la sua forza sta proprio nel consenso e il conseguente silenzio della società. Come dicevo all’inizio il 23 maggio, data simbolo per la lotta alla mafia, è anche il compleanno di mio padre e per questo si crea sempre una situazione di convivialità in cui si discute apertamente dell'organizzazione mafiosa. Proprio in questa situazione i miei genitori mi hanno insegnato che in queste giornate non è sufficiente ricordare ma c’è bisogno di dibattere, capire realmente il significato di queste giornate. Quando diciamo la parola mafia ci sembra sempre un qualcosa di lontano, esterno ma parlandone ci si rende conto di quanto sia vicina in realtà. Libera, l'associazione fondata da don Luigi Ciotti, ha proprio l'obiettivo di liberarsi da quella gabbia che è la mafia. Questo obiettivo cerca di raggiungerlo con la divulgazione e tantissime operazioni sociali e d educative differenti. Tra queste la riqualifica di proprietà sequestrate alla mafia, cerca di dar vita, di far fiorire i luoghi dove dominavano le ombre, la morte. E questo è solo un esempio di attività a cui tutti noi possiamo partecipare per dare, nel nostro piccolo, un importante massaggio. Per concludere voglio lasciarvi con una frase di Paolo Borsellino che incita a combattere la mafia con un'arma semplice ma estremamente efficace: “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.”
Mafia testo di TR55