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Lo staff declina ogni responsabilità nei confronti di coloro che si potrebbero sentire offesi o la cui sensibilità potrebbe essere urtata.
E ad un certo punto, raggiunta la “Posizione”, lo status così faticosamente conquistato…ci si trasforma: misteriosamente si perdono alcune delle capacità fondamentali nella vita sociale, proprio quella vita che ci accingiamo a vivere da quel preciso momento. Si perdono proprio quelle capacità esclusive, quei superpoteri che ci sono stati così utili a raggiungere quella Vetta. Elementi peraltro indispensabili alla crescita di ogni individuo, sviluppati con altri sensi in origine ereditati e scritti nel DNA fin dallo stato embrionale. Ebbene, improvvisamente, ciò che ha fatto per noi, in epoca evolutiva, la differenza…viene a mancare.
Si conserva solo l'istinto di sopravvivenza e forse d’ora in poi sarà anche l’unica causa di ogni nostra azione, ma l’effetto non sarà poi così nobile. Riusciamo a mantenere equilibrio, (…a mantenerci in equilibrio!) discernimento, fingere integrità morale, a controllare la rabbia, ad avere una famiglia, dei figli, a non essere cattivi, ad apparire come buoni Cristiani.
Nonostante tutti questi pregi, dall’alto della nostra Fortezza, dimentichiamo di Vedere, Ascoltare, Parlare, Toccare con mano e intervenire per chi non può farlo, per chi come noi ha il diritto di esistere.
Medico, politico, giudice, poliziotto, avvocato, prete, grande imprenditore, semplice cittadino: qualunque sia la nostra Posizione non dobbiamo cedere all’effimero e credere che non ci si possa trovare, ad un certo punto, dalla parte sbagliata del vetro, del mondo, della scrivania, sul banco degli imputati, a dover chiedere asilo scappando da una guerra, a dover chiedere un pezzo di pane. La nostra Posizione non ci rende invulnerabili e non ci da il diritto di segnare le sorti di chi non può o ha perso la capacità di decidere per il proprio futuro o peggio ancora, gli sia stato negato definitivamente.
La dignità si perde nelle città, per le strade che non conosciamo , negli angoli maleodoranti fuori dei centri commerciali o delle stazioni, in strutture pericolanti e abbandonate nascoste dalla vegetazione, in appartamenti spogli, pignorati anche del cuore e privi ormai di ogni ricordo. Esseri umani, in passato, oggi reietti perché giudicati colpevoli per gli errori (indotti) commessi, illusi dalle promesse di un “benessere”, ancora oggi non ben identificato. Sono stati condannati all’esilio, spogliate e spedite in discarica intere famiglie, nascosti per non urtare la sensibilità, rinchiusi tra pareti di follia con mani legate per non creare problemi.
Ogni giorno perdiamo di vista quella che potrebbe essere la missione, l'occasione, un opportunità di unione in larga scala. Tutto quello che l'uomo ha imparato, scoperto, inventato, scritto, dipinto, costruito, detto, non può andare sprecato, perduto o tenuto nascosto.
Questo giuramento, che io qui sotto indegnamente riporto, andrebbe allargato a tutte le caste sociali:
"...di curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna, promuovendo l'eliminazione di ogni forma di diseguaglianza nella tutela della salute..."
"...E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell'arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro".
Insomma si tratta di non girare la testa dall' altra parte, prenderci cura l'uno dell' altro, ognuno per le proprie possibilità...
e ti pare poco?