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Ora, si fa tanto per scherzare e riderci un po’ e dunque non me ne vogliate ma rende l’ idea di come siamo ridotti, o chi lo sa, di come ci ridurremo; di quanto ci siamo finiti dentro fino al collo, in questo automatismo maledetto. Direttamente tratto, o per meglio dire un fine ritratto, dall’ incosciente dialogo del delirio moderno, ecco cosa è successo e dunque veniamo ai fatti: io e mio figlio. Ieri, non trovando più i miei occhiali, gli ho chiesto di farmeli squillare. Ve lo giuro, è successo veramente, ma aspetta, questo è niente. Quel che è peggio, è che lui lo stava per fare davvero; non lo ha fatto solo perché, a suo dire, non aveva il numero e quando me lo ha chiesto, io ancora più rincoglionito di lui, mi sono arrabbiato e gli ho risposto che era impossibile che non glielo avessi dato. Ora, va bene che era tanto per scherzarci su e per sollazzo (mica ci avete creduto veramente?). L’ ho fatto per farvi ridere un po’ che qui, alle volte, con tutti sti sfoghi danteschi è un mortorio d’ infinita tristezza. Però, non si sa mai, ho pensato magari un giorno tutto questo sarà realtà e davvero potremo, un domani, far squillare i nostri occhiali bluetooth, perché ogni oggetto ce lo consentirà, così potremo tranquillamente ritrovare tutte le cose perdute: gli occhiali, la vista, la macchina posteggiata in un vicolo sperduto, la felicità, la svista, l’ errore, la fede, Dio. Magari il prossimo Papa chiederà a qualche impresa della new tecnology un dispositivo spirituale del genere ed io avrò perso un’ altra occasione per brevettare le mie solite minchiate. D’ altronde è storia vecchia. Era già successo col telefonino a qualcun altro, e ancora prima con la bomba atomica. L’ uomo geniale non fa del male a nessuno, lui inventa minchiate; il problema che poi c’ è sempre uno stronzo in più che ci crede veramente e le porta a compimento, fino in fondo: è così che le più grandi minchiate si trasformano in realtà, ma non è sempre magia, a cominciare dalla guerra. Perché fondamentalmente il male è una minchiata che continua e che non si ferma più. Il male è una minchiata colossale che si fa per ridere ma poi fa male veramente.