Dietro le sbarre

scritto da Salvatore Sortino
Scritto 5 mesi fa • Pubblicato 4 mesi fa • Revisionato 4 mesi fa
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Autore del testo Salvatore Sortino

Testo: Dietro le sbarre
di Salvatore Sortino

"Dietro le Sbarre - Storia di Luca"
CAPITOLO 1: Il Rumore della Porta di Ferro
Aveva solo quattordici anni quando il mondo gli crollò addosso.
Luca sentì il tonfo sordo della porta blindata chiudersi alle sue spalle, un suono che non
dimenticherà mai. Aveva le mani fredde e gli occhi gonfi, ma non versava una lacrima. "I duri non
piangono", gli aveva detto suo fratello maggiore. Ma lui non era duro. Aveva solo avuto paura.
Aveva sbagliato.
Era il più giovane della sezione minorile del carcere di Torino. I poliziotti penitenziari lo avevano
guardato con un misto di pietà e disgusto. "Ancora uno di quei ragazzini di periferia. Stessa storia."
Ma Luca non si sentiva come “gli altri”. Lui voleva solo sparire.
CAPITOLO 2: Prima del Crollo
Fino a un anno prima, Luca era un ragazzino come tanti. La scuola media lo annoiava, il padre era
sparito da quando aveva sette anni e la madre lavorava giorno e notte come OSS per mantenere lui e
sua sorella. Quando tornava a casa, Luca era solo. Il tempo lo passava giù al parco, con i ragazzi più
grandi.
All’inizio erano risate, spinelli condivisi, qualche bravata. Poi, quando gli hanno detto che “bastava
fare da palo per 20 euro”, Luca non ha detto di no. Venti euro sembravano tantissimi. Con quei soldi
si era comprato le scarpe nuove da solo. Si era sentito importante.
Non sapeva che da lì a poco sarebbe arrivata la rapina, quella sera maledetta in cui tutto cambiò.
CAPITOLO 3: La Notte del 12 Marzo
Non doveva neanche esserci, quella notte. Doveva solo avvisare se qualcuno arrivava. Ma quando
Simone gli urlò "Oh, entra anche tu!", Luca si fece prendere dalla foga. Adrenalina. Coraggio da
branco. Così entrò.
Fu tutto veloce. Spaccarono la vetrina del tabaccaio, presero soldi, sigarette, Gratta e Vinci. Ma
qualcuno aveva già chiamato i carabinieri.
Quando li presero, Luca era l’unico minorenne. Piangeva. Simone invece rideva in faccia ai
poliziotti.
"È solo un ragazzino," disse uno di loro. "Ma il giudice non sarà tenero."
CAPITOLO 4: Tribunale dei Minori
“Concorso in rapina aggravata.” Le parole del giudice risuonavano come pietre.
La madre di Luca, seduta in fondo all’aula, tremava. Non aveva capito nulla, se non che suo figlio
sarebbe finito dentro.
Il giudice parlò di misure rieducative, di rischio recidiva, di disagio sociale. Poi disse: "Affido in
comunità negato. Il minore resta in istituto penale minorile per la tutela di sé e degli altri."
Luca non capì tutto. Capì solo una cosa: non sarebbe tornato a casa.
CAPITOLO 5: Dentro
Il carcere minorile non era come nei film. Non c’erano celle singole con letti puliti. C’erano odore
di umido, rumore continuo, e sguardi duri. Il primo giorno, un ragazzo alto con il cranio rasato gli
disse:
“Qui o impari a stare zitto o ti mangiano vivo.”
Luca imparò in fretta. A non guardare troppo negli occhi. A tenere le mani in tasca. A mangiare in
fretta. Ma la notte… la notte era la parte più dura. Lì, nel buio, tornava a essere solo un bambino.
CAPITOLO 6: La Svolta
Un giorno arrivò Francesca, un’educatrice. Parlava piano. Guardava negli occhi. Gli portò un libro:
"Il Giovane Holden."
“All'inizio non ci capirai niente,” gli disse. “Ma prova a leggerlo.”
Luca lo lesse tutto in tre giorni. Era la prima volta che finiva un libro. Da lì cominciò un percorso
diverso. Scriveva. Leggeva. Parlava con lo psicologo. E lentamente, cominciò a vedere un futuro.
EPILOGO: Tre Anni Dopo
Luca uscì a 17 anni e mezzo. Aveva finito la terza media in carcere, preso un diploma in
falegnameria, e scritto un tema che vinse un premio nazionale.
Ora fa il tirocinio in una cooperativa e racconta la sua storia nelle scuole.
Dice ai ragazzi: “La galera non ti rende uomo. Ti spezza. Se potete evitarla, fatelo. Ma se ci finite…
ricordate che si può tornare a vivere.”

Dietro le sbarre testo di Salvatore Sortino
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