Oltre 2°

La brocca di vetro
sbeccata
s'è rotta cadendo
sul pavimento e l'urto
come urlo ne è uscito esplodendo.
Il gesto dei mille
frantumi
nel chiasso ricordando
migliaia di scintille
di fuoco che schizza
da un vulcano faville,
s’è fermato nella memoria
che se passa il tempo
lui resta per sempre storia,
capitolo di spada
nella nebbia del sonnolento.
E ora rincorrendo
quell'eco
trapassa lo sguardo
fra i muri nelle stanze
e di netto si ricompone
sulla tavola dei sensi
ciò che si supponeva
fosse imprigionato da tempo
con la polvere sotto gli armadi.
Miracolo
quest’esplosione netta
del vortice di rete
che era tesa intorno
e si tendeva nel silenzio.
Miracolo:
dei nodi non sciolti
stretti innanzi e dietro
non v’è traccia
né di cenere o frammenti
di polvere di canapa.
E ora cantano
dagli spifferi delle porte
dove passa una luce fioca
le presentite fattezze
e io con loro me ne ristò
così sospeso a questo senso
e di un altro mi ricordo e ci ripenso
di tanto in tanto intravisto
ma mai ben definito
e in quello davvero
più son frammento,
più sono suono o aria
che disattento spettatore.