Amore, cos’è per me questo sentimento?
E’ semplicemente un termine, uno di quelli importanti e difficile da definire, composto da una parola e cinque semplicissime lettere, che sembrano un nulla ma che infondo contengono un profondo significato, espressione che conserva dentro sé infinite emozioni, sentimento irrazionale che non conosce confini di sorta che può nascere solo tra una coppia, rendendoci succubi o matti, inermi o aggressivi, gioiosi o sfiduciati, perché l’amore più è vero ed importante più diventa dirompente e incontrollabile.
Be’, la realtà è che per me è perdizione.
Proprio così, io per amore ho versato solo lacrime, perdendo la parte più pura di me a causa di questo sentimento che per altri rappresenta gioia, allegrie, palpitazioni al cuore, sudorazione alle mani e farfalle allo stomaco provocate da quell’agitazione nell’incrociare lo sguardo della persona amata.
Sarei incoerente se vi dicessi che io non abbia mai provato tutte queste sensazioni, sarebbe mentire.
Percezioni che ho provato e che conosco fin troppo bene, ma forse farò parte di quell’uno percento di donne rimaste radicalmente segnate dall’amore, ma quando si viene violentate e minacciate da quel ragazzo che credi sarebbe stato l’uomo della tua vita inizi a credere che questo sentimento come la parola stessa che lo definisce sia nulla e priva di significato.
Poi quando meno te lo aspetti i tuoi occhi come calamita vengono attratti da quei meravigliosi pozzi scuri e da quel sorriso sfacciato di cui ti innamori perdutamente da non capire l’inganno che si cela dietro di essi, permettendo così alla vita di prendersi nuovamente gioco di te.
E così in entrambi i casi anche se in modo differente ho subito del male, di quello che ti distrugge il cuore e l’anima.
Sapeste quante volte ho riprovato a ricostruire il mio cuore, talmente tante di quelle volte che ormai ho perfino perso il conto, ma ciò che mi rattrista è il fatto di non riuscire sempre in ciò, forse perché non ho mai avuto la forza o il coraggio per farlo, o semplicemente per paura, avendo quella consapevolezza che nel momento in cui avrei provato sarebbe arrivata una nuova delusione che sarebbe riuscita a buttare giù quei piccoli pezzetti che con fatica avrei ricucito. Mi si è spezzato così molteplici volte che quando trovo la forza di rimettere tutti i pezzi del mio fragile cuore insieme ho la certezza che ad ogni rottura diventi sempre più piccolo, come se ad ogni cucitura mancassero sempre più frammenti.
Eh, l’anima, beh è offuscata da nebbia oscura, quasi inesistente in balia di una tempesta emotiva.
Ed io sempre più convinta che l’amore vero tra una coppia non esista, ci sarà sempre qualcuno che ci rimetterà, e nel mio caso sono sempre stata io.
Ma credo fortemente nell’esistenza dell’amore di un piccolo e amorevole esserino che prova per la sua mamma, e si ne sono certa, perché nonostante tutto ho un meraviglioso e tenerissimo bambino accanto che mi dimostra ogni attimo della sua ancora breve vita tutto l’amore che prova per me, quella esile e dolce vocina che sussurra “mamma TI AMO”, questo è l’amore più bello che possa mai esistere, e che nessun’altra definizione potrà mai eguagliare.
Penserete che sia stata dura nel definire questa semplice ed influente parola, ma come qualsiasi ragazzina al tempo in cui lo sono stata credevo nelle favole, in quel vero sentimento, che provoca emozioni indescrivibili, in quel vissero felici e contenti, ma nell’asso di tempo dall’essere adolescente a donna molte cose sono cambiate, le delusioni sono state molteplici così da determinare in modo differente questo affetto, che avrei voluto non aver mai provato, mi ha tolto tutto, la vita che dovrei amare e godermi al meglio non esiste, e stata distrutta, svuotata come se non esistesse, spenta senza alcuna scintilla di luce, desidero poter uscire da questo tunnel, liberarmi da quel male che mi distrugge dentro, ma non è mai così semplice come può sembrare.
A volte sento in me quell’ardente desiderio di vivere uno di quegli amori da fiaba, uno di quelli che potesse farmi ricredere da tutto ciò che è stato il mio passato, e che è il mio presente, ma, ciò nonostante, tutto lo desidero con l’unico uomo di cui sono davvero innamorata, con mio marito, quell’uomo per cui ho dato la mia vita e l’ho fatto sul serio.
Eh, sì.
Ma ciò sembra davvero difficile quasi impossibile direi, continuare a stare con lui significherebbe convivere con il male che porto dentro, ma la realtà è che non riuscirei mai a vivere senza di egli, ed è così che mi perdo in quell’oscurità della mia anima e finire poi a non capire cosa faccia più male.
Molteplice sono le parole e definizioni che mi hanno distrutto la vita.
Violenza di quella fisica e mentale, di cui difficilmente si riesce a riprendersi, ti intrappola in quei ricordi e risentimenti ben custoditi nel più profondo del cuore, che quando meno te lo aspetti ritornano prepotentemente alla mente come un tuono al ciel sereno.
Mafia, organizzazione criminale retta da violenza e omertà, di un passato che ritorna a bussare alla porta a notte fonda, di cui si paga le conseguenze di un errore non tuo, ma quando la vita la si condivide con la persona che si “ama”, inconsapevolmente ti ripeti in testa le promesse matrimoniali, quelle religiose intendo che ci conducono a stare accanto alla persona che amiamo “nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia”, e nel rifletterci su noto che non danno alcuna indicazioni per la mia di situazione, restando così in balia del mio destino.
Male spirituale, sofferenza e perdono; chi ne è affetto soffre tanto e sempre. Che poi diciamola tutta, chi ci crede?
–Beh, nessuno, ma intanto esiste.
Ecco infondo lette così tra le righe di un semplicissimo foglio bianco non sembrano problemi, o situazioni che possano causare del male e renderti l’esistenza un inferno, appaiono solo come dei piccolissimi ostacoli di cui il destino si diverte a prendersi gioco della mia esistenza.
Ma poi i ricordi ritornano alla mente, riemergono e bisogna fare i conti con sé stessi, ma come fare quanto ti sei già allontanata da te medesima, quando ti sei già autoconvinta di essere ciò che fondamentalmente non sei, perché solo nella finzione puoi accettare la dura realtà che avevi sepolto, che ti fa sentire impotente, fragile, sottomessa al male, in balia degli altri.
Si dice che l’amore possa salvarci dalla vita, che ci rende forti, buoni, che ci conduce ad un'altra dimensione distante dall’esistenza che non vogliamo, come se fosse la cura a tutti i nostri mali, e per quanto il dolore ci abbia trasformati è possibile guardare il cielo su di noi ad osservare quelle piccole lucine che chiamiamo stelle, sperando di migliorare quella condizione di prigionia.
E l’amore o ci piaccia o meno vivrà sempre nei nostri cuori, forse per l’eternità, perché infondo va oltre ad ogni nostro sentimento che rimarrà comunque tatuato nel nostro cuore.
“Ed io sono pronta a guardare verso il cielo, liberarmi da queste catene della sofferenza che mi tengono prigioniera al male?”.
"L'Amore" e le sue sfaccettature testo di Guglielmino-Grazia