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Che se lo avessi saputo mica sarei andato. Un coito interrotto sarei stato, mica sarei venuto. Almeno io per quanto mi riguarda, non avrei né partecipato e né goduto - sai che goduria la vita!- Me ne sarei rimasto fermo là, tra l’ incudine e l’ uccello, inchiodato ai nastri di partenza. Non sarei mai passato in testa a risalir la cima e la china; mi sarei semi-nato da fermo, infermo. Li avrei lasciati scappare via tutti, i miei milioni di fratelli, li avrei lasciati partire prima di me, oppure avrei fatto finta di avere un tremendo mal di testa e mi sarei girato dall’ altra parte. Della vita. Già, proprio come faceva spesso la mi mamma quando non voleva. Peccato che non lo fece anche quella sera, se lo sentiva già addosso il mio odore, portava dentro il mio nome scritto nel cuore, inciso nel cesareo del suo immenso amore. Quella volta, la volta di tutte le volte, la mia prima tra l’ altro, me ne sarei tornato a casa volentieri, o quantomeno me la sarei presa molto comoda. L’ ultima goccia senza sudare, sarei stato l’ ultimo tra gli ultimi piaceri, dell’ orgasmo il titolo di coda, il gocciolio che avanza senza pretese, la goccia che non fa traboccare il vaso, il ritardo ai margini della vita e, quando avrei visto la capsula ovulo partire per lo spazio, gli avrei urlato - buon viaggio fratello mio e che Dio ti benedica- E invece no.. sono stato proprio una testa di cazzo fino in fondo, la più veloce tra l’ altro, sempre in testa, mai un accenno di fatica o uno smarrimento, un cazzo di ripensamento. Dalla testa fino all’ ovulo, dalla testa ai piedi sempre al comando, un capitano coraggioso, l’ ultimo a mollare. Una gara perfetta: una vera e propria glande testa di minchia! Per fortuna che il calvario è durato solo 9 mesi, poi m' hanno messo in croce ed io, ancora una volta, come un coglione, e dopo due ore e passa di travaglio, son risorto e voilà: eccomi qua, io qui e voi là! Sin qui v’ ho detto tutta la storia nuda e cruda di come è andata la mia di preistoria. La verità è che i sogni non esistono. Perché in realtà io volevo nascere vuoto o al massimo un Duplo, ricoperto di cioccolato e con una nocciolina al centro del petto, al posto del cuore.. altro che volevo un essere un duro; ed alla fine ho sbagliato pure strada e per giunta son finito nell’ "eutero", ovvero l’ utero celeste de la mi mamma, a riempire un ovulo di speranza. Ed è per quello che è da allora che mi riempio di cose inutili; lo faccio per svogliatezza e per constatato amore, perché mi viene un nodo alla gola quando ci ripenso, e mi sento un indebito peso, dentro mi porto addosso tutto il credito di quella grande speranza. Sono il cordone ombelicale appeso a quella cocente e innamorata attesa. Perché la mi Mamma, come d’ altronde anche di certo la vostra, non è una semplice parola, un ideale o una persona e nemmeno è una donna. Mamma è un concetto talmente concreto che si lega come un cordone ombelicale invisibile proprio al centro del nostro cuore. Quel cordone si chiama vita, si chiama amore, e benché sia invisibile, resta attaccato alle pareti dell'anima come fosse cemento ‘dissalmato’. Disarma. Credo che le mamme abbiano tutte un cromosoma mai scoperto. Già, le mamme hanno fregato Mendel e la genetica. Le mamme, forse sono il Cromosoma dell'Amore di Dio mai scoperto sulla faccia della scienza e de la terra. Auguriiii a tutte, dunque! Anche se con molto ritardo, auguri a tutte, e lassù, una dedica speciale anche alla mia mamma, da un “ ritardo “ giunto primo. Auguri dal figlio che lei ha cercato con tutte le forze e che ha trascinato alla vita, tirandolo per i capelli dalla parte sbagliata della felicità.