UNA VITA VIOLENTA
(Film di Pier Paolo Pasolini )
Pubblicato nel 1959, il romanzo “Una vita violenta “ , seguito dell’altrettanto noto “ Ragazzi di vita “ , compone il " La piccola “epopea “ – se così si può - dire delle borgate romane , e più precisamente di quel quartiere chiamato “ Pietralata”.
Pier Paolo Pasolini descrive, con notevole maestria poetica : la drammaticità della vita dei romani “ de borgata “ . Risulta ovvio che si tratta del “ suburbio “ , del Sotto Proletariato da lui tanto “scarnificato “ sia negli scritti , sia nella sua filmografia , vedi “ Accattone “ , “ Ragazzi di Vita “ , “ Mamma Roma “ ecc…. Ed ecco dalle magiche parole , dei suoi due romanzi , sorgere la periferia della grande città , Roma in questo caso , “ Caput Mundi “ . Una periferia emarginata , tenuta nascosta : colma di tante e tante ingiustizie , proprie dell’allora società Democristiana , falsa , perbenista , tutta presa da una corsa verso il “ vitello d’oro “ ..erano gli anni del Boom .
Un “teatro di vita “ , che colpiva Pier Paolo profondamente , ferendo la sua anima , dotata della ingenuità e dei cristallini valori , derivanti penso dalla sua terra Friulana , aspra , forte , semplice . In netta contrapposizione ai valori imperanti della sempre rinnovata Borghesia , e qui , forse banalmente aggiungo “ Fascista “ . Come citato sopra si era in pieno Boom degli anni 60 , uno sviluppo economico direi esponenziale , privo di ripensamenti e programmazione , colmo di uno sfrenato consumismo , per dimenticare i lunghi anni bui della recente guerra .E questa “ gente “ ne fù preda , ed era ovvio , che avrebbero partecipato a questo “ miracolo “ imborghesendosi . Sia nel romanzo “Ragazzi di vita “ , anche in “Una vita violenta “ i protagonisti sono loro . Il principale si chiama : Tommaso . Pasolini narra con occhio dolente , consapevole la sua vita …una vita ovviamente “ sbandata “ . Racconta della sua “ malattia “ , che tipo di malattia direte voi ?…la tubercolosi : il ricovero , l’inserimento tra gli altri sbandati , compagni di “ stanzone” , nel fatiscente ospedale . La sua semplice presa di coscienza , la sua partecipazione al comunismo. Narra dell’alluvione del Tevere e del suo slancio , colmo di un generoso , forse inconsapevole , spontaneo eroismo . Appena uscito dal dispensario , trae in salvo una giovine , rifugiatasi sul tetto della sua baracca , tuffandosi tra le gelide acque limacciose . Un gesto , generoso, non capito dai suoi amici di un tempo, che lo irridono siffattamente : "San Tommaso , er santo dell’alluvionati". Una vita violenta : risulta essere il racconto di una presa di coscienza proletaria . Una presa di coscienza , amara , spontanea , inconsapevole della tessitura della politica del tempo.
Il personaggio principale si chiama Tommaso Puzzilli . E’ un giovane di Pietralata , uno sbandato che frequenta amici , ragazzi sbandati come lui : infatti sono “ i ragazzi di vita “ . Essi fanno parte del suo ambiente : “ la borgata romana “ . Ma Tommaso è diverso . Dentro la sua anima turbinano dei pensieri , delle sensazioni particolari ,che ci fanno capire la sua intrinseca diversità. Egli possiede un animo generoso , ma soprattutto una forte spinta verso un reale riscatto , una volontà di essere diverso , non dico migliore , solo umano , non abbrutito , in modo inconsapevole.
Nel suo “habitat”, le stigmate normali , oltre al fatiscente paesaggio da “ discarica “ , vi sono le usuali trasgressioni avvilenti e disumanizzanti . Regna un evidente rivalità primordiale , una continua sopraffazione del “ debole “ , l’uso continuo prepotente di qualsiasi viziosità . Impera la “ parlata romanesca “ , mezzo di comunicazione violento , prepotente . Pasolini la usa continuamente , perché , con l’uso del dialetto, si era proposto una “ registrazione “ veritiera dello “ status vitae “ , difficile , molto difficile … di quei giovani ed evidenziare solennemente la sua comunione , interna , consapevole , piena al sottoproletariato romano , ovviamente da lui visto , considerato come un “universo diverso “ da quello borghese , che fa da continuo contrappunto alla “ vicenda “.
Colpito dalla tubercolosi Tommaso Puzzilli guarisce , si fa per dire . La sua struttura fisica , frutto di un DNA , già compromesso , continua ad avere il marchio sanguinolento del mal sottile. La sua vita si trascinerà di violenza in violenza , che possiamo intuire come volontà di consolidare la sua presenza in quell’unico mondo che conosceva , contro l’insicura , precaria esistenza e contro la sensazione terrificante , sempre presente , sempre avvertita di una incombente termine , fine, morte ….Così compie atti di cruento teppismo , si unisce perfino , pensate , alle nuove , giovani bande di rinovvelato fascismo . Poi capirà , la sua coscienza percepirà dei valori diversi , che sentirà confusamente congeniali e parteciperà alla militanza comunista . Ed ecco …. L’alluvione…un incessante pioggia …. allagherà le case di borgata , dove risiedevano gli sbandati come lui . Allora , benché consapevole delle sue condizioni ( i medici lo avevano avvisato ) non si tirerà indietro , seguirà il suo cuore , la sua nuova coscienza . Eccolo partecipe fattivo nei soccorsi , avvolto in impeto generoso …molto generoso… che lo porteranno ad una intima e pubblica redenzione…... Ma il destino di Tommaso è segnato: tra convulsi , squassanti colpi di tosse , rigurgiti e sputi sanguigni : capirà . Si renderà conto del riacutizzarsi della sua “ malattia “ , infida , fatale : ed ecco che con le sue parole : "Me sto a morì" , sa già di aver appoggiato il capo sul ceppo , da cui con la coda di un occhio rassegnato , intravede la nera signora con la scure alzata .
Tommaso , fino all’ultimo respiro , manterrà la sua cinica , prepotente , gergale , parlata “ romanesca “ , terminando così tragicamente la sua vita …la sua vita “ violenta “ . Ecco le sue parole : "Ma annatevene! disse Tommaso . Invece che stamme a fa compagnia a me, annate a rompeve le corna de fora, che oggi è domenica!…"Come diventò notte, si sentì peggio, sempre di più: gli prese un nuovo intaso di sangue, tossì, tossì ,senza più rifiatare, e addio Tommaso".
Pier Paolo Pasolini , constatò ed analizzò , osservandolo , capendolo visceralmente , il sottoproletariato di borgata . Tentò , a mio avviso con successo , di evidenziarne la scansione , sublimamente umana ( perdonatemi , per me il sublime si nasconde nei rii maleodoranti delle borgate , non nei profumati salotti borghesi ) l’apporto al divenire evolutivo di un’ enclave chiamata “ borgata “ , ma emblema dio una “ comunità “ , circondata solo da circostanze negative dovute per lo più ad ingiustizie di una società corrotta …...si fa per dire ……..
Il 2 novembre del 1975 , tra fatiscenti covi , ammassi di maleodoranti rifiuti, all’idroscalo di Ostia venne ritrovato il corpo senza vita di Pier Paolo Pasolini . La cronaca parla di un giovane aggressore , che con l’auto , dello scrittore , lo aveva travolto più e più volte con efferatezza . Un assassinio perpetrato in circostanze a dir poco oscure , che ancor oggi , dopo venticinque anni non sono state ancora chiarite . Però l’ avvenimento , risulta annodato al mondo , da lui narrato , descritto , analizzato ….praticato …. amato , perché lo comprendeva : “ Il mondo dei ragazzi di vita “ . E’ mia modesta opinione , che usò quel ragazzo , raccolto in una delle tante borgate , per far sì , che la morte lo cogliesse ….oramai …cinico…amareggiato….consapevole di un impossibile ….riscatto …. tutta la vita…narrato ….agognato…
Artista poliedrico , compì esperimenti letterari , esercitò la sublime arte del cinema , del palcoscenico . In vita fu sempre avvolto da un aura negativa . Fu perseguito e perseguitato da censori e magistrati (per anni nei tribunali , per oltraggi al comune senso del pudore , per reati a sfondo sessuale ) . Per essi soffrì , si macerò , ma come tutti sanno dalle cronache giudiziarie o meno : venne sempre assolto . Un particolare , non irrilevante subì : 33 processi.
Grande protagonista per quei tempi e tutt’ora , e penso lo resterà molto a lungo . Fu un personaggio molto pungente e scomodo . Criticò molto la sinistra alla quale apparteneva. Correva l’anno 1968 , quando si espose ad una sicura impopolarità . Infatti aderendo consapevolmente ai bisogni ed alle motivazioni del sottoproletariato , parteggiò , schierandosi contro gli studenti figli di borghesi e piccoli borghesi , con i poliziotti di origine proletaria .
Fu cristiano , molto di più dei perbenisti , falsi clericali che bazzicavano a Montecitorio e nel vaticano : difensore , instancabile dei più umili , dei diseredati ….degli sbandati…Quante volte affermò di voler "restare dentro l’inferno con marmorea volontà di capirlo". Scusate la tautologia , ma ancor oggi buona parte della “ intellighenzia “, rimane attonita , non capendo , con ottusa pervicacia , pensando che ad ucciderlo siano stati : proprio coloro dei quali si era, con tanto amore e passione , fatto mentore , e ancor peggio chiedendosi : come mai la Magistratura non abbia sciolto , definitivamente , il mistero della sua dipartita.
N.d.R.
Sia leggendo più e più volte il romanzo , e visionando l’omonimo film in VHS , magistralmente interpretato da Franco Citti , visto e rivisto , anni fa , in torride sale cinematografiche , i miei occhi hanno ogni volta versato copiose lacrime ….e nel pensoso lento ritorno alla realtà …il mio cuore , gonfio di amara consapevolezza , incrementava le sue pulsazioni…Grazie Pier Paolo ….grazie……..amico mio .
UNA VITA VIOLENTA testo di Lancelotdulac