Contenuti per adulti
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A te che mi hai messo al mondo, in mezzo al bigottismo, alla falsa bontà e ad una fede di facciata e ora non ci sei più.
A te che mi dicevi sempre che mi avevi voluto.
A te che mi crescesti in questo mondo reso orrendo da molte persone che dal grembo sono scaturite.
Ti volevo bene quando molte cose non le capivi.
Momenti di felicità pochi ne ho visti con te, come quando mi hai portato per la prima volta in una pizzeria e per le prime volte a mare.
Dopo quasi sempre disperazione e contrasti, al manicomio mi hai dovuto portare per difendermi da questa abietta società e da molti membri della famiglia.
Molti medici e familiari felici per questa soluzione, in quando potevano dimostrare la loro abietta superiorità.
A te che una sola volta ti ho offeso, quando i 5 euro per giocare non me li volevi dare, lo so un atto scellerato ma in quel periodo ero un po stressato e non capivo molto.
Dopo la malattia e mi dicevi quasi sempre non voglio morire e io che credevo che questo bastasse per farti vivere molti anni, ma così non è stato.
Forse sei voluta volare via in anticipo per non sentire più allusioni, sospetti, anche quando questi erano infondati.
Pregavi molto e anche pochi minuti prima di andartene imploravi la Madonna, e mi hai detto solo una parola tu, con tono vigoroso e deciso.
Anche se non ho visto l'istante in cui hai chiuso gli occhi, sono rimasto in silenzio ad osservarti, ma nessuna lacrima è uscita, anche se già mi mancavi.