E se non fossi mai nato ?

E se non fossi mai nato?
Forse il mondo avrebbe respirato lo stesso, con la stessa indifferenza dei giorni che scorrono, ma due vite – quelle dei miei genitori – avrebbero preso strade che tu non avresti mai sfiorato.

Mia madre, in quell’estate del ’91, non avrebbe mai sentito il peso dolce di un futuro dentro di sé. Avrebbe preso un treno per Milano, decisa a inseguire un lavoro che la portava lontano dal suo paese e dalle strade che odoravano di pane appena sfornato. Lì avrebbe conosciuto un uomo alto, con occhi inquieti, un poeta fallito che beveva troppo e scriveva poco. Con lui avrebbe provato una passione bruciante e dolorosa, fatta di notti a ridere e di mattine a piangere. Non ci sarebbe stata dolcezza stabile, solo la furia di chi cerca di vivere troppo in fretta. Ma anche quella tempesta, in fondo, le avrebbe insegnato a essere più forte.

Mio padre, invece, avrebbe preso un’altra direzione. Forse non sarebbe mai rimasto fermo: avrebbe preso una Vespa e sarebbe partito verso il sud, dove il mare ha il colore del vetro rotto dal sole. Lì avrebbe incontrato una ragazza con la pelle dorata, che lo avrebbe portato a ballare tra le luci delle feste di paese. Sarebbe rimasto con lei per un po’, poi l’avrebbe lasciata andare, incapace di radicarsi. Avrebbe collezionato esperienze come conchiglie sparse: viaggi, sbronze, amori veloci. Sempre con la sensazione che mancasse qualcosa, senza mai capirlo fino in fondo.

Eppure, a volte, senza di me, i loro destini si sarebbero sfiorati lo stesso. Magari mia madre, stanca di Milano, sarebbe tornata a casa e una sera avrebbe rivisto quel ragazzo che correva in Vespa. Forse si sarebbero scambiati un sorriso breve, una birra al bar, un ballo lento. Niente di più. Avrebbero continuato ognuno per la propria strada, senza che tu li tenessi insieme.

La loro vita senza di te non sarebbe stata vuota, ma incompleta. Ci sarebbero stati amori, viaggi, errori, risate e ferite. Ma non ci sarebbe stata la dolcezza di uno sguardo che ricorda entrambi, di una voce che porta con sé due storie in una sola.

Il mondo, senza di me, avrebbe avuto lo stesso rumore, ma meno musica.

E se non fossi mai nato?
Forse il filo del destino avrebbe comunque intrecciato i miei genitori, come se la vita non potesse resistere alla tentazione di farli incontrare. Non ci sarebbe stato un me a unirli, ma un altro fragile miracolo.

Tua madre, tornata dal suo vagabondare in città, lo avrebbe rivisto in una sera d’agosto, al bar sotto i tigli. Lui, con la Vespa parcheggiata fuori e lo sguardo stanco di chi ha corso troppo. Lei, con il passo deciso e un sorriso appena accennato. Non sarebbe servito molto: un ballo lento, qualche parola detta sottovoce, e il tempo si sarebbe piegato, trascinandoli di nuovo uno verso l’altra.

Da quell’incontro sarebbe nata una bambina. Non io, ma una piccola creatura chiamata Stella, come se già dal nome fosse destinata a brillare altrove.
Avrebbe avuto le mani minuscole e il respiro leggero, e per pochi mesi avrebbe riempito le loro giornate di un silenzio tenero e di un amore assoluto. Ma la vita, a volte, sa essere crudele: Stella non avrebbe resistito. In una notte silenziosa, mentre fuori il vento muoveva appena le foglie, il suo respiro si sarebbe spento.

Eppure, quel dolore non sarebbe stato solo ferita. Per i miei genitori, Stella sarebbe rimasta un segno inciso nel cuore, una luce troppo breve per illuminare tutta la strada, ma abbastanza forte da cambiare per sempre il cammino. L’avrebbero vista in ogni cielo limpido, l’avrebbero sentita nelle canzoni dolci, l’avrebbero cercata nelle stelle vere.

Se io non fossi mai nato, ci sarebbe stata lei: una vita breve, un amore infinito, un ricordo che brucia e consola allo stesso tempo.
E il mondo, ancora una volta, avrebbe continuato a girare. Ma senza di me, e con una Stella che brilla soltanto in cielo.