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MA PERCHÉ GLI SCRITTORI SONO SEMPRE TRISTI
È morta alcolizzata
in un letto sporco, pieno di sangue.
Chissà cosa le hanno fatto.
Chissà chi è stato a ridurla così.
Le sue poesie me le ricordo a memoria.
Piene di rabbia e di solitudine.
Ma perché gli scrittori sono sempre tristi?
Tutti i suoi libri parlavano di cose crudeli
alcuni di uomini morti,
altri di sentimenti non corrisposti
per non parlare di quello sulla paura di amare
dopo un tradimento.
Non capisco perché gli scrittori sono sempre pessimisti.
Dopo poche ore dalla sua morte,
il vicino si accorse della tragica situazione.
Avvertì la polizia,
che poi chiamò il fratello
per dare a lui la drammatica notizia.
Nei giorni successivi in un cassetto
venne ritrovato un testo in cui c’era scritto:
“ Morirò sola nel letto,
in una notte di agosto,
quando il sole se ne andrà”
Una poesia che aveva il sapore della fine.
Si era suicidata, all’ora del tramonto,
lo aveva fatto perché non sopportava più vivere.
Dopo l’ennesima storia d’amore finita male,
ormai non credeva più nella felicità.
E fu così, che,
andò proprio come c’era scritto
nelle sue parole,
su quel foglio di carta.
Ed io, avvilito e sconsolato dopo questa notizia, mi bevo la solita birra
ed immerso nei miei pensieri
mi domando:
“Ma perché gli scrittori sono sempre tristi?”
Forse, non lo capirò mai.
E, molto probabilmente,
è meglio così.