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Auró-ra
Non posso restare
a guardare la notte che cade,
tra lampioni tremanti
e sogni immobili.
Lei dorme.
Ma la sento—
come il mare
che torna alla riva del suo nome.
Metto luce sul davanzale,
una luce lieve,
che non fa rumore.
Poi, colore sui muri:
qui abita ancora l’amore.
Auró-ra,
apri gli occhi,
aprimi la paura.
Il tuo sorriso si scioglie,
e il giorno dura.
Nei tuoi occhi
rinasce il cielo,
e io—
ritorno uomo.
Colorerò di rosso
i muri del tempo.
Scriverò il tuo nome
dove il vento
non arriva.
Porterò le tue promesse
come un canto nascosto,
tra le pieghe
di un silenzio che respira.
Metto luce ancora—
una luce che ritorna.
Colore sui muri,
perché il tuo cuore
ritrovi il bello.
Auró-ra,
nel tuo respiro
mi perdono.
Sei la mia colpa,
la mia preghiera.
La mia.
Se il buio verrà,
lo chiamerò piano.
Gli dirò:
ho imparato a brillare
senza rumore.
Ma in ogni luce che accendo
c'è il tuo viso
che arde
nel silenzio di un fuoco.
Auró-ra,
apri i vetri:
è già chiaro.
La luce che lasci
io te la riapro.
Guarda i muri:
il nostro colore
non scolora.
Sei la mia follia più vera,
la mia verità.
Auró-ra.
Resta.
Resta qui,
sul davanzale
della mia ora.