Satori

scritto da Nube di Oort
Scritto 15 giorni fa • Pubblicato 15 giorni fa • Revisionato 15 giorni fa
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Testo: Satori
di Nube di Oort

L’altro giorno ho fatto una lunghissima passeggiata col cane, e ad un certo punto ho visto una panchina invitante sulla quale sedermi a riposare. La grigia trincea urbana si era diradata, I condomini rarefatti, e l’orizzonte era più libero. Spiavo (nel modo in cui spiano gli invitati ad una festa alla quale non credono di meritare l’invito) le Alpi, imbiancate dalle prime nevi, ed I campi inondati di sole mattutino al limitare della provinciale. E, all’improvviso, mi è sembrato che la vita fosse tutta contenuta lì. Che la passeggiata, la panchina, il riposo, la luce, il prato verde, il tempo, il desiderio di fermarmi non fossero meri ingranaggi destinati a portarmi verso un qualche altro risultato, un qualche altro evento nella sequela infinita di cose insensate che vanno a finire nella morte. Mi è parso che non esistesse altro, che la vita in un certo senso finisse lì perchè non può per antonomasia esistere da altre parti che non siano l’adesso. E ancora, mi è sembrato che tutto il resto delle cose che ho vissuto, percorso ed ingranaggi e pensieri ed eventi, non potessero esistere in nessun’altra maniera. Non solo tutto andava bene, non solo tutto era andato bene, ma non sarebbe potuto esistere in modo differente. Ho abbandonato I dubbi, le paure, la nozione del futuro, le strategie per resistere spasmodicamente all’inevitabile. Ho visto e ho capito che non c’era nessuna prova da superare. Contemplavo anzichè sopravvivere.

Poi, mi è passata.

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