Il cammino del CIAO (Una favola per bambini)

scritto da Vita-mina
Scritto Un mese fa • Pubblicato 29 giorni fa • Revisionato 29 giorni fa
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Autore del testo Vita-mina

Testo: Il cammino del CIAO (Una favola per bambini)
di Vita-mina



Nota d'autore:
Nel 2020 mi misero a scrivere favole per bambini, povere creature, difatti questa che segue fu solo una bozza mai pubblicata, solo per mettermi in prova, ma l'effetto lo fece a me stessa perché la notte sognavo di essere una principessa... Buona notte a tutti i bambinelli. Ciao!


IL CAMMINO DEL CIAO
(Una favola per bambini)

Parte I – Il Cammino del Ciao

C’era una volta un paese dove nessuno parlava più, le strade erano piene di persone indaffarate, ognuna con lo sguardo fisso davanti a sé, come se il mondo finisse alla punta dei loro piedi, nessuno salutava, nessuno sorrideva.
Le parole, un tempo vive e leggere, si erano trasformate in pietre e dormivano in fondo al cuore.

Un giorno arrivò Loreto, un piccolo viandante con uno zaino logoro e un bastone di legno, camminava da molto tempo, aveva attraversato boschi, fiumi, colline e città, 
ovunque andasse, il suo saluto era lo stesso:

«Ciao!»
— diceva, con un sorriso limpido come acqua di fonte, ma nel paese del silenzio, nessuno gli rispose, Loreto allora decise di restare finché qualcuno non gli avesse restituito quel semplice saluto.
Camminava ogni giorno per le vie, salutava i bambini che correvano, gli anziani seduti sulle panchine, i lavoratori, tutti affaccendati.
Nessuno rispondeva.

Una mattina, mentre attraversava il ponte sul fiume, inciampò e cadde in terra, dal suo zaino rotolarono fuori tanti sassolini raccolti lungo il viaggio, una bambina li prese uno ad uno e glieli porse, dicendo timidamente:
«Ciao...»
Fu come accendere una stella.
Quel piccolo saluto risvegliò il villaggio, gli altri, incuriositi, si avvicinarono, uno dopo l’altro provarono anche loro a dire ciao, dapprima incerti, poi via via più forti, come se ricordassero una canzone dimenticata.
Da quel giorno il paese rifiorì; le mani si alzarono in segno di saluto e la gente capì che un «ciao» può essere un ponte, non una pietra.

Morale:
Un saluto non è solo una parola: è una carezza che riconosce l’altro come parte del nostro cammino.


Parte II – La Città dei Sospiri

Dopo aver lasciato il paese che aveva ritrovato la voce, Loreto continuò il suo viaggio, camminò per giorni interi, tra valli e pianure, finché vide all’orizzonte un luogo enorme, pieno di luci e di suoni: la Città dei Sospiri.

Lì, la gente non taceva, parlava troppo, ovunque si udivano voci, risate, promesse, lamentele, pubblicità, sirene, telefoni che squillavano, eppure, dietro tutta quella confusione, ogni parola sembrava vuota, come una bolla di sapone che scoppia...

Loreto salutò, come sempre:
«Ciao!»
Ma nessuno lo sentì, le persone erano troppo occupate a parlare con se stesse, a raccontarsi quanto erano stanche, quanto erano sole, allora Loreto prese uno dei sassolini che portava nello zaino
— quello che la bambina gli aveva raccolto —
e lo posò in mezzo alla piazza;
sul sasso scrisse con un gessetto bianco una sola parola: CIAO.

Il vento cominciò a soffiare e il sassolino rotolò tra la folla, una bambina lo vide, lo raccolse e lo mostrò alla mamma.
La mamma sorrise, poi lo porse ad un anziano, che lo diede a un ragazzo… e uno alla volta, tutti lessero quella piccola parola dimenticata.

Fu come se per un attimo il frastuono si fermasse, nel silenzio che seguì, le persone si guardarono negli occhi, e fu lì che capirono di essere vive.
Una parola semplice, fragile, aveva spezzato la barriera dei rumori inutili e fatto spazio ad una sola e, unica voce.

Loreto si allontanò piano, mentre la città si riempiva di saluti, di abbracci e di sguardi veri, sul suo sentiero, il vento gli portò un sussurro familiare:
«Ciao, viandante!»
E lui, sorridendo, rispose:
«Ciao, mondo».

Morale:
Le parole sono semi: se le semini con amore, anche in mezzo al rumore nascerà silenzio, e dal silenzio, un sorriso.


Parte III – Il Ponte di Luce

Dopo la Città dei Sospiri, Loreto camminò ancora, attraversò foreste, deserti, fiumi e notti stellate, dovunque andasse, lasciava dietro di sé sassolini con la parola ciao incisa sopra. Ne aveva seminati così tanti che, visti dall’alto, formavano una lunga linea argentata che attraversava il mondo.

Un giorno, arrivò ai piedi di una grande montagna, era così alta che la cima spariva tra le nuvole, ai suoi piedi, un anziano eremita stava seduto accanto a un fuoco.

«Dove vai, viandante?» chiese l’uomo.
«Cerco il punto dove tutti i miei “ciao” si incontrano,» rispose Loreto.
L'uomo sorrise e indicò la cima.
«Allora devi salire. Ma sappi che lassù non troverai altro che te stesso».

Loreto si mise in cammino.
Il sentiero era duro, il vento soffiava forte, e ogni passo gli pesava come se portasse tutto il mondo sulle spalle, e in effetti, lo portava davvero: ogni ciao che aveva donato, ogni sguardo, ogni sorriso, era dentro di lui, come piccole luci che lo guidavano nel buio.

Quando raggiunse la vetta, trovò un ponte sospeso tra due cieli, era fatto di luce e di parole, lì, tutti i suoi “ciao” si erano riuniti: formavano una melodia lieve, un canto universale. Dall’altra parte del ponte, non c’era nessuno… eppure, Loreto sentì una voce che gli rispondeva:
«Ciao, Loreto. Bentornato».
Capì allora che quel saluto era l’eco dell’anima del mondo, lo stesso che aveva sempre cercato negli altri. Si sedette, chiuse gli occhi e lasciò che il vento portasse via il suo ultimo “ciao," che volò giù, giù, fino alle città, ai villaggi, ai cuori di chi aveva dimenticato cosa fosse un saluto.

Da quel giorno, si dice che, quando un “ciao” nasce spontaneo, da un sorriso sincero, un piccolo sassolino brilla da qualche parte nel mondo, e forse, se guardi bene al tramonto, puoi vederne uno brillare anche nel tuo cammino.

Morale finale:
Ogni gesto gentile è un seme di luce. Camminando insieme, saluto dopo saluto, diventiamo il ponte che unisce cielo e terra, io e te, la pace, il silenzio e la voce.

Fine



Stefania Giudice



Il cammino del CIAO (Una favola per bambini) testo di Vita-mina
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