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Un amore stranamente meraviglioso
Di Ikigai._98 (Michela Cescato)
11 capitolo
Tra un tiro e l’altro con la palla da bowling, Esmeralda ed Andrew ne approfittavano per ridere e scherzare prendendosi in giro a vicenda. “Non impugni la palla in modo corretto Esme”, “E tu sei troppo perfezionista Andrew” e poi scoppiarono a ridere. Oltre alle risate però, ci furono alcuni sguardi sdolcinati tra di loro. Finita la partita, decisero di fare un giretto per vedere se c’era qualcos’altro che piaceva ad entrambi con il quale potessero fare una partita. Videro un tavolo da biliardo ed Andrew, dato che era un giocatore esperto, ci si fiondò subito. “Ma io non so giocare a biliardo” disse Esmeralda. “Tranquilla non ti preoccupare, ti insegno io”. Così cominciarono a giocare. Il primo tiro lo fece Andrew. Palla in buca. “Che bravo che sei”. “Dai ora tocca a te”. Esmeralda impaurita di fare brutta figura, andò vicino ad Andrew molto lentamente. Andrew le mostrò come mettersi per iniziare. Esmeralda cercò di imitarlo ma non era molto capace di assumere la stessa posizione. Così Andrew si mise dietro Esmeralda e la strinse a sé per farle vedere la giusta posizione. Mentre erano stretti stretti, entrambi erano emozionati e anche timidi nello stesso tempo. Esmeralda si girò verso il volto di Andrew. Le loro labbra erano così vicine che quasi…..
Ma Andrew tossì e disse: “Beh ecco questa è la giusta posizione” e poi si staccò da Esmeralda. “Che bello che è stato esserle vicino, ma la protuberanza comincia ad aver vita propria e non vorrei sembrare un maniaco.” Esmeralda si era rattrista per il fatto che Andrew si era tolto così bruscamente da lei. “Come immaginavo, non gli piaccio”. E il suo viso divenne triste e cupo. Andrew se ne accorse e disse: “Ti piace il sushi?”. Esmeralda amava molto il sushi. Appena senti quelle parole, fece un sorriso a trentadue denti e disse: “Si. E a te?”. “Si, molto. Ti va se stasera ceniamo insieme in un ristorante di sushi? O sei già impegnata?”. “No no sono liberissima” rispose subito Esmeralda per non perdere quella fantastica occasione. “Però prima andiamo a fare aperitivo in un bel locale”. “Va bene” disse sorridendo Esmeralda.
Finita la partita di biliardo, si diressero alla moto di Andrew. Si misero la tuta e il casco, e si diressero verso il locale che aveva in mente Andrew. Arrivati al locale, già dall’esterno, Esmeralda notò che il locale richiamavano molto lo stile giapponese. Luci soffuse, porte di carta di riso, lanterne giapponesi, le pareti di bambù, ecc…. “Che bel locale”. “Eh si, qualche volta ci vengo quando voglio un po’ di tranquillità e voglio immergermi nella cultura giapponese che amo molto”. “Anche a me piace molto la cultura giapponese. Un giorno mi piacerebbe andare in Giappone”. “Anch’io un giorno vorrei andarci”. Tutti e due pensarono alla stessa cosa: “Vorrei andarci insieme a te”. Ma non ebbero il coraggio di dirselo. “Entriamo?” disse Andrew. “Si”. Entrarono, ed Esmeralda fu meravigliata dalla bellezza del posto. “Sembra proprio di stare in Giappone” disse. Arrivò il cameriere e disse: “Buonasera, signor Andrew. Vi porto al suo solito tavolo che le piace tanto”. E il cameriere li condusse in una stanza chiusa privata fatta di pannelli di carta di riso. “Ci vieni molto spesso allora”. “Si, te l’ho detto vengo qui quando voglio estraniarmi dalla quotidianità. E così mi sembra di andare veramente in Giappone”. Il cameriere portò loro il listino. Nel listino c’erano circa una trentina di cocktail giapponesi. “Caspiterina! C’è né di scelta” disse Esmeralda. “Io prendo il mio preferito. Il Mizuwari.” disse Andrew. “ A me invece è saltato all’occhio la pina colada giapponese”. “Dev’essere nuovo come cocktail. Non c’era l’ultima volta che sono venuto”. Il cameriere tornò ed ordinarono. Poi cominciarono a parlare del più e del meno. Parlarono della loro famiglia, del lavoro, dell’amicizia e infine sull’amore. “Come lo vedresti tu un rapporto amoroso Esmeralda?”. Lei arrossì dall’imbarazzo dato che non si aspettava una domanda del genere. Ma poi rispose : “Beh io l’amore lo vedo come uno stato d’animo in cui due persone scelgono di scegliersi a vicenda, supportandosi, sopportandosi, amandosi, che si diano fiducia entrambi, che si diano fedeltà e rispetto reciproco”. “Mi piace la tua risposta. La penso anch’io come te”. Esmeralda fece un sorriso. “Che bel sorriso che ha” pensò Andrew. I cocktail arrivarono e ricominciarono a parlare di altro.
Finiti i cocktail, Andrew disse: “Andiamo? Hai fame?”. “Molta. Non vedo l’ora di mangiare”. Arrivarono al banco ed Andrew vide una cosa inaspettata. Esmeralda decise di pagare lei. “Wow. È la prima volta che una ragazza decide di pagare per me”. Esmeralda rispose: “Beh, io sono dell’idea che entrambi lavoriamo quindi entrambi possiamo pagare equamente”. Ad Andrew piacque anche questa risposta. “Sai non tutte le ragazze la pensano come te”. “Ma io sono diversa dalle altre” disse lei. “E si vede” disse ad alta voce questa volta ciò che pensava. Salirono in moto e si diresse ro al ristorante di sushi. Anche questo locale è un ristorante molto raffinato con le luci soffuse viola e i tavoli era posti sopra un torrente d’acqua. “Un vero spettacolo” disse Esmeralda. “Oggi mi fai scoprire posti nuovi Andrew”. “Meglio così no?!” rispose sorridendo. Il cameriere arrivo e li fece accomodare il tavolo. Si sedettero. Esmeralda all’inizio si guardò intorno. Era meravigliata dal ruscello d’acqua sotto i loro piedi. “Basta hai smesso di guardarmi ora” disse ridendo Andrew che finalmente aveva sbloccato il ghiaccio e preso coraggio di dire ciò che pensava. “Scusami, è che queste cose mi affascinano”. “E a me affascini tu”. Esmeralda divenne rossa paonazza. “Ordiniamo?” chiese Andrew. “Si che ho una fame”. E così cominciarono a scorrere le varie pietanze nel tablet datogli dal cameriere. Tra un uramaki e un nigiri, cominciarono a ridere e scherzare tra di loro. A un certo punto, smisero di ordinare dato che erano sazi. “Che mangiata” disse Andrew. “Già. Peccato che la serata tra poco sarà finita. Sono stata proprio bene con te”. “Anch’io sono stato bene con te. Ma sinceramente non è proprio finita”. “Che intendi dire?”. “Ti andrebbe se per finire in bellezza la serata, facciamo una passeggiata al mare sotto la luna e le stelle?”. Ad Esmeralda non le sembrò vero di sentir dire quelle parole. “Si si va benissimo”. Si alzarono e stavolta decise di pagare Andrew. Si diressero verso la moto e partirono per il mare…..
“Ciao piacere Gabriele. Bel nome Gioia”…..