Compagni di scuola ( a 40 anni)
Sono diverse le pagine da leggere..........
I quarant'anni.............i primi nostri quarant'anni.......
traguardo importante, è la soglia di un qualcosa, che risveglia dal torpore del tram, tram quotidiano, e allora si fanno riunioni di compagni di "sventura" coloro i quali sono approdati al mitico club degli "Anta" e allora........................................................
Fui invitato a quel tempo ad una prima
Da un compagno di scuola, una cima
Voleva rinverdir i fasti da tempo passati
Riunir quella scalcinata classe di "bocciati".
Accettai con entusiasmo un po' infantile
Quella riunione di ex, per scaricar la bile
Che avevo nei confronti di taluni "amici"
Del tecnico istituto superiore, i più infelici .
Fu quasi come il primo giorno di scuola
Tutti in crocchio, a mo’ di rotonda aiuola
Quando fummo quasi tutti riuniti
Ci sedemmo al desco un tantino stupiti
Scoprimmo di essere ospiti graditi
Dell'ex, più somaro della classe di allora
Faceva li sfoggio, della sua bella dimora
Avevo capito, eravamo lì a festeggiare
Chi successo ha avuto, l'altri a masticare
Quell'amarognola e brutta invidiuzza
Che ti lacera nel Tuo cerebro, ti tagliuzza .
Era tutto uno sperticar di brutti fatti
Accaduti a questo o a quello , tutti matti
Intervenni raccontando di cose carine
Quelle sdolcinate, protagoniste le signorine
Oggi quasi tutte signore, o zitelle di paese
Corretto all'istante con,... single.... , please .
Annovero tra quei lontani ricordi
Quando scrivevo in rima ai primordi
Un tema in classe con uno svolgimento
In rima baciata, allora ci fu gran fermento
Con critiche assai feroci e stroncamenti
Ma da più parti vennero dei complimenti .
I miei Temi di scuola, erano sempre oggetto per discussioni, fra proffessori, fra di noi ecc., era un motivo forse d'invidia, perchè scrivevo sempre in rima, e questo era fumo negli occhi per i proffessori, che andavano alla ricerca di una qualche pubblicazione, che trovasse un appiglio, per tacitarmi di........
"Non è Farina del Tuo sacco".............si dovuti ricredere, perchè la rima è una mia mania, fin dai primordi della scrittura.
Ecco qui il famoso tema, fatto in terza media, anche se a dire il vero, era lungo 4 facciate del famigerato "foglio protocollo" Remember?
Ma non voglio tediarvi nei particolari.
Tema: "Descrivi un macchinario agricolo, del futuro" .
Cosi s'intitolava l'argomento assai duro :
Il meccanismo da me descritto , si componeva ;
Di una mietitutto a gnausa , con circovessa leva
A forma di creòla* con tamiso* bramantato
Con la rimiola* calibrata , con taglio seghettato
Lo stegagno* che separa tutta la bula rara
Con pompetta flottante come il Niagara
Un rodante rampino per accalappiar il maialino
All'uopo lasciato nel campo di grano , al mattino
Uno spremi frumes'chicchi , a sinergia sfarinante
Con pescatastasale e pepe , per cura dimagrante
Un argano nonspingente coacervo retroattivato
Un bel cuocilaser cesioforme , dal sole alimentato
Con lieviti nucleorzati , acqua e aromi speziati
Arrotol'insaccati submacinati still'affettati
Uscivano cosi caldi , pimpanti , panini imbottiti
Per tutti coloro che avevano sani appetiti.
(*attrezzi con nome dialettale*)
La purga
Ma se troppo avete gozzovigliato pesante
Dovrete aiutare la digestione con un purgante
Un'arcàno miscelato con officinale essenza
Che serve a controbattere con virulenza
Spasmomiasma, meteorismo e flatulenza
Noto come gas espulso in sonnolenza
E che quando satura in pieno la stanza
Sarà meglio chiamar un'ambulanza
Perché la gastroduodenale interazione
Genera profondo disagio nell'espulsione
Ingurgitando la pozione dell’arcàno
Si produce uno strippante uragano
Così il livello acquatico s'abbassa
Il gasometro umano si sconquassa
E in un benefico defluir nella fogna
Va a beneficio di tutta la campagna .
A questa mia strana invenzione infernale
Uno sperticato elogio, mi ridiede morale
Tutti a ridere per quella strana tiritera
Che sembrava una storia quasi vera
E così altri l'esempio lampante seguirono
Tutti a raccontar di particolar, anche il minimo
Come a lezione di scienza agraria applicata
La Prof. ad irrorar i "Peri" del Dott. invitata
O far cadere i fogli dal tavolo flottante
Per sbirciar così, della Prof. le mutande .
Tutti a ridere di gusto a quelle stupidate
Così lontane nel tempo, e così arricchite .
Il padrone di casa ex compagno di tanti
Perché fu bocciato, tre volte, da tutti quanti
Allevatore di maiali, quasi per caso diventò
A sorpresa di tutti nel commercio spopolò
Ha sposato poi la più bella della classe
Il primo della zona come gettito di tasse .
A volte una brutta partecipazione a scuola
Non pregiudica il successo a chi poi vola
Con costanza, savoir faire e tanta fantasia .
Ma a contraltare di quella luminosa scia
L'ex compagno più bravo di noi tutti
Si è tolto la vita per strani brutti fatti .
Questo nostro ex, tanto sfortunato
Non ha saputo sfruttar il suo talento
S'è lasciato trascinar dalla polverina
Quella bianca che non è poi la farina
Donne stuprate e drogate, da Lui stesso
Mise fine alla sua esistenza con successo .
Poco male, qualcuno di noi sentenziò
Era una carogna, sempre ci tiranneggiò
Voleva i compiti già risolti per copiare
Invitava solo i sottomessi a giocare
Per poi pretendere sempre la vittoria
Ogni partita con lui, non aveva storia .
Ma c'era anche la storia dei due innamorati
Dai banchi di scuola, non si sono mai lasciati
Eran li con tutti noi, tubanti come sempre
Non s'eran mai sposati, vivean felicemente .
C'è chi aveva avuto anche quattro figli
C'èra chi aveva avuto quattro mogli
Era invidiato da qualcuno di noi adesso
Perché una giovane ventenne avea appresso .
In mezzo a noi purtroppo, anche un lestofante
Perchè un portafoglio, era , a Furio mancante
I sospetti sempre addosso a Zecchino
Era chiamato così per via dell'orecchino
Olga, l'ex più magra, era ora la più grassa
Palmiro, dal grande ciuffo, ora tutto in piazza
Tore che non sapeva mai leggere le ore
Facea il capostazione a Laggio di Cadore
Capisco perchè i treni non rispettan l'orario
Per Lui il compleanno cadeva il 29 febbraio
Orlando era sempre più furioso che mai
Lorella sempre bella, non mi guardava mai
Schiamazzi e brindisi, ma con aria fritta
Avevo notato la mia dirimpettaia, sempre zitta.
Una compagna?... che strano, non ricordavo
Ogni tanto distratto , lo sguardo incrociavo
La macchina del tempo s'era inceppata ?
Perdeva qualche colpo, ecco l'ho riavviata .
Mi presentai ;Ted.!...Si ! Ti conosco , rispose
Non ti ricordi? Sono Nadia, via delle Rose !
Hoo...thè! non ti ricordavo...sei..cambiata !
Credevo fossi, di un di noi quì l'ammogliata !
Strano per davvero quel Mio non ricordare
L'ex vicina di banco?....volevo sprofondare .
Scambiammo così parole di circostanza
Vieni! Propose, c'è rumore in questa stanza
Son quasi tre ore di tavola, bisogna smaltire
Su dai, per stare in forma senza impigrire
Vieni? sull'arenile del fiume a passeggiare ?
Io negli anfratti della mente vò a rovistare
Un qualche recondito piccolo episodio
Di cui parlare, ricordare un bell'esordio
Mi rinsavì Lei di colpo dicendomi che;
Eri uno stronzetto....... Saputello, Te
Io, di Te ero cotta, ero alla follia pura
Senza coraggio di parlarti, avevo paura
Tu mi prendevi in giro, mi disprezzavi
Non di uno sguardo sai, mi degnavi
Eri tutto per Sissy, tutto, dolcemiele
Ero bruttina assai, lo so, mi rodea la fiele
Ammiravo di Te le sportive destrezze
Invidiavo Sissy, per le Tue carezze
Per Lei tanti mazzi di fiori di campo
A me niente da nessuno, senza scampo
Cercavo alle volte di mettermi in mostra
Nessuno mi filava, non ero una tosta.
Ho covato rivalsa a quell'ingiustizia
Non volevo emarginarmi con mestizia
Pensavo ad un avvenire con Te, radioso
E invece solo il fegato Mio, si è roso.
Poi a Torino un tempo, sono emigrata
Ho lavorato, studiato e mi son laureata
Oggi sono un medico! Chirurgo plastico
Visto come sono? ...Esclamai.... : Fantastico !
I primi guadagni? Su di Me, operata
Per esser anche' io corteggiata, amata.
........................???..........
Ecco perché non riuscivo a collimare!
Quel volto, era andato ad ingentilire
Quella scarna figura, ora è diventata
Una donna assai piacente e ammirata.
Non mi sono mai sposata, continuò
Aspettavo chi? O chissà cosa non lo so
Qualche volta sai, t'ho pensato, invano
Ho assistito alla Tua partenza, al treno
Ero informata da un tuo collega di lavoro
Volevo salutarti, ma Tu eri nell'ignoro .
Sapessi Nadia, quanto avrei avuto bisogno
In quel momento che svaniva un sogno
Perché non ti sei fatta avanti allora ?
Sapevi della mia brutta bocciatura
Del dramma quotidiano che vivevo!
Hai ragione Tu, però, Io non ti volevo.
Ho capito Ted, cosa si prova a partire
L'ho sperimentato anch’io, cosa vuol dire
La sofferenza nel dare l'addio a tutto
Rifarsi un'esistenza è davvero brutto.
Oggi son qui venuta per rinverdire
I sogni, i luoghi, i compagni, per capire
Dove, quando, come o cosa ho sbagliato
Ma ormai a 40 anni ,......... tempo scaduto .
Saltai con un certo affanno il laterale fosso
E colsi per lei uno stupendo fiore rosso
Insieme a margherite, gigli e astri blu
Omaggio sincero per il tempo che fu
Si commosse arrossendo per quel gesto
Aspettato da tanto con fare mesto .
Percorsi ormai già tre Km del fiume sentiero
All’orizzonte minacciava un cumulo nero
Una leggera ma sempre più forte brezza
Creava vortici di fogliame in altezza
Quel caldo e afoso pomeriggio di luglio
Portò a noi passeggianti, scompiglio
Ormai la buriana andava a scatenare
La presi per mano, si fece trainare
Eravamo vicini al ponte sul fiume del treno
Correndo, ansimando senza freno
Goccioloni sparsi mitragliavano il terreno
Entrammo in quel vuoto casolare per fieno
Passando da sotto, quel famoso ponte
Con qualche chicco di grandine in fronte
Tra fulmini e saette, e un tantino bagnati
Finalmente riparati e nel fieno sdraiati
Nadia mi interloquì...... con un bisbiglio
Questo "era" con Sissy..... il nascondiglio?
E Tu come lo sai? Dissi, scombussolato
A quel tempo, gelosa ero, vi avevo spiato
Tutti sapean del vostro tenero idillio
Esser quì, al "Suo" posto, sono in visibilio.
L'umettata camicetta divenne trasparente
Quel che si notava, era bello veramente
Si tolse con sapienza il bagnato indumento
Lo adagiò con cura sopra il pavimento
Sganciò, gli ormeggi s’aprì il balconcino
Fiorì la natura rigogliosa del suo seno
Un fulmine, l'atmosfera scudisciò, devastante
Mi abbracciò, stringendomi fortemente
Ho paura, ho freddo scaldami un pochino
Non sapevo cosa fare, ero forse un cretino?
La strinsi massaggiandola con dolcezza
Apprezzando le sue grazie e la loro durezza.
Non volevo approfittare di quell’occasione
Ma Lei aumentava la stretta, con passione
Lasciandola fare, continuavo a "subire"
Non incoraggiandola, era tutto un bel dire.
Mollò la presa, mi colpì, con sonoro ceffone
Inveendomi contro con un "Mascalzone"
Perché, mi respingi? Sono poi così brutta?
Tutt’altro, le dissi, sei stupenda tutta!
E allora cos'ho che non va !......Dillo!
Risposi: va tutto bene, sei un gingillo
Ma una somma di tanti scrupoli Miei
Compensano così , i mancanti Tuoi.
Scusami disse.......ma Io tanto ti vorrei
E' più di vent'anni che sei nei sogni miei.
Due righe di rimmel sciolte vagavano
Sul suo bel liscio viso, come un mogano
I neri rigagnoli, lo scoperto seno annerirono
La strinsi, dolcemente, cosi si cancellarono.
Come è strano il comportamento umano
Vuoi, chi mai potrà essere a Te vicino
E non contempli chi invece a Te si offre
Tutto un giro di gente, che inutilmente soffre.
Un guizzo di luce, di un lampo tenace
Schiocca sul fieno senza rumore,... si tace
La ventosa bufera non è finita sull'arenile
Non si può tornare, con i compagni all'ovile.
Allentai il Mio protettivo abbraccio
Di contro Lei m'impegnava con intreccio.
Ancora un pochino, tienimi così, stretta
Non avere come tutti, sempre fretta.
Aggiustai a mo di nido il profumato fieno
In disordinato umido ammasso, in un baleno
Scivolarono piano, i restanti nostri indumenti
Il temporale continuò...........fummo contenti.
La pioggia a tratti, sul tetto scrosciante
Si calmava un po', in lento gocciolante
Per riprendere poi, con lampo accecante
A seguire un tuono dal ritmo assordante.
Trasalimmo però ad un fischio dirompente
Era quel maledetto treno a rischiarar la mente.
Sopito l'ardore, noi stessi , raccogliemmo
Chissà se e quando ancora ci rivedremo?
Il lontano campanile dai conosciuti rintocchi
Pomeriggio ore sette sentenzia, fine dei giochi.
Ancora in altro prato fiorito, orsù brucato
Facile dire non volevo..............c'ero stato!
Sotto il porticato, ricordo c'era un camino
Accesi un focherello e asciugare un pochino
I vestiti appesi come paramenti festosi
La buriana finì, rondini a stormi chiassosi
Piroettavano a caccia di tenero becchime
L'arcobaleno con radici sulle basse cime
Posandosi poi sui fili del telefono a riposare
Formavano una scala di note da suonare
Una dolce melodia tutta da interpretare
Una colonna sonora del dì che andava a finire
Gli Euganei colli in lontananza come cornice
Era il corollario di un bel giorno felice.
Un rosso bagliore di cielo che volge al tramonto
Siamo stati insieme ,........senza confronto .
Mi guardò con battenti ciglia, arcuò le reni
Rituffandomi nel fieno, avvolto dai suoi seni.
Era ormai l'imbrunire di una strana giornata
Non prometteva bene, ma poi raddrizzata.
Tornammo e nessuno notò, niente di strano
Di quel pomeriggio passato da loro lontano
Anche perché, qualcuno avea litigato
Per futili motivi, con uno ubriacato
Era Gioele, uno che non era mai entrato
Nel giro delle compagnie, un atapirato
Purtroppo dell'altra "sponda" Lui era
L'avevano fatto arrabbiare quella sera
Lo chiamavano frocio mulo bastardo
Che cattiveria, avea reagito gagliardo
Però in quattro lo immobilizzarono
Aiutati della più scema, lo spogliarono
Costei, si spogliò, si mise a cavalcioni
E far cosi di Lui , dispregio......che coglioni !
Avevamo fatto benone Io e Nadia
A non esser presenti a quella scena tedia .
Ci lasciammo così di comune accordo
A mai più riunirci, in un simile bagordo
Troppi ricordi, cattiverie e mai sopite rivalse
Quel competere stupido con frasi insulse.
Nadia mi chiese un passaggio per Milano
Lieto di accompagnarti anche a Torino.
Mi raccontò, autostrada facendo
Di un viaggio, che stava intraprendendo
Andava in Brasile per specializzarsi
Ma anche, mi confidò........ per curarsi .
Mi informai del suo male oscuro
Niente di certo, sembrava un muro
Non voleva parlarne, ma poi si aprì
Singhiozzando ammise che, un dì Lei subì
L'aver perso un bambino, mai nato
Qualcosa avea di gravemente malformato
E così avea deciso con tanta speranza
Di partir per il Brasile all'occorrenza.
Era quello il frutto di una felice unione
Anche se non sposata all'occasione
Quel trauma allontanò chi l'amava
Adesso, libera, purtroppo Lei vagava.
Era notte fonda la stanchezza enorme
Le luci delle strade, avean strane forme
La leggera umida nebbiolina di calura
Confondeva i contorni fuori misura
All'Autogrill tacitammo in breve l'arsura
Proposi di fermar così l'andatura
Alloggiare al motel per ritemprarsi
Ripartir la mattina senza dannarsi .
Consumato uno spuntino frugale
Erano ormai passate le due, ora legale
Non nella stessa camera alloggiammo
Tra noi un po' di mestizia cogliemmo.
Le ombre della notte, movimentate
Da fasci di luci dai Tir proiettate
Come, tante cinesi ombre informi
Chiesi a me stesso: perché non dormi?
Morfeo alla fine vinse l'impari duello
Mi abbandonai in quel morbido baccello.
Due secchi colpetti,Toc..Toc..alla porta
Mi sveglio in sussulto, con luna storta
Bussolandomi al buio con quei rumori
Chiesi a gran voce chi era la fuori?
Apri !....son Io .......Nadia , apri... dai !
Socchiusi la porta , s'introdusse furtiva
Con tremolante voce...... mi pregava
Di farla dormire, di me in compagnia
Aveva, degli incubi, non voleva andar via.
La delicata situazione, andavo a vagliare
Temevo che il tutto , andasse ad incasinare.
Tranquillo, mi tacitò fermamente volitiva
Siamo grandi abbastanza !.....Esagerava ?
Acconsetìì , sotto le coltri, così s'infilava .
Compagna di scuola dallo sguardo smarrito
Aggrappata ad un sogno, da domani finito
I primi bagliori di un'alba incolore foschiata
Dormiva profonda, saldamente a me ancorata.
Ripartimmo a colmare la residua distanza
Che ci separava, dalla normale nostra esistenza
Arrivammo a Torino nel pomeridiano
La lasciai con calorosa stretta di mano.
Tornai così mesto alla normale routine
Dopo i due giorni di ferie malandrine
Ma quella breve, bella parentesi rosa
Capire mi fece senz'altro una cosa.
Il destino che a noi agli albori si schiude
Le scelte che fai son sempre sbagliate, crude
E così in un rincorrersi di tanti rimpianti
Ci si puntella con piccole gioie per tirare avanti.
Al telegiornale catastrofi ogni giorno di più
Un volo della Varig, un 747 J. caduto giù
Partito da Torino era diretto a Brasilia
C'era distrutta anche un Italiana famiglia
Cerco notizia più dettagliata, sicura
Forse c'era Nadia in quella sciagura?
Tutte quelle speranze, lasciate in un volo
Soffrii molto, in cupo silenzio da solo
Nessun annuncio, nessuno sapeva
Anche contattando, i compagni di leva.
La sfortuna è dietro l'angolo e aspetta
E' la che non fa niente, non ha fretta
Quando ceca colpisce e Tu gli sei a tiro
Può troncarti del tutto, senza respiro.
Ora forse con gli angeli del cielo lassù
Si sentirà più bella che quaggiù
Immaginare quel posto lontano
Ho sognato che tutti, si tengon per mano.
Quando, il canto del gallo, sembra sirena
Di colpo ti svegli con un gran mal di schiena
E' una notte dormita disarmonicamente
Con pensieri e sogni cavalcati follemente
Il profumo del caffè, ti snebbia la mente
Ricordi l'accaduto, nel tuo Io virtualmente
Era un giorno che sarà domani non ieri
Una cosa capace di turbar sereni pensieri.
Il trapasso a quel mondo, forse il migliore,
Sta nelle mani del Creatore Nostro Signore
E il modo con cui Mi ci son trovato e sognato
Parrebbe che quel luogo, Io avessi frequentato.
Tutto in un ordine sparso, indefinito
Visto dei miei cari, con Nadia ho interloquito
Essenze di vita beate, quaggiù mai trovate.
Ho forse vissuto cent'anni, in pochi secondi
Visto un miliardo di felici angeli vagabondi
Distanti dal nostro tribolar quotidiano
Tutti lassù si tendono e si danno una mano
Facendo così tutti insieme un girotondo
Dove Sissy, è il centro, il perno del Mondo.
Bianchi, Neri come un arcobaleno del creato
Dove nessuno si sente solo e discriminato.
E' una favola di fine millennio INTERNETtato
In un interconnessione totale, ma solo virtuale
Con la nostra coscienza del bene e del male.
La macchina del tempo ha però esagerato
L'incidente aereo è veramente avvenuto
Ma non è successo quanto da Me immaginato
E così due belle illustrate cartoline, ho ricevuto
Brasilia, Rio de Janeiro con il Pan di Zucchero
Con di Nadia un saluto caloroso e sincero.
Compagna di scuola.......................addio.........
Edo e le storie Appese
*_* Vecchi COMPAGNI di scuola *_* testo di Edo-e-le-storie-appese