Ritrovo il tuo amore dove mai avrei creduto,
tra le pagine sparse di una vecchia agenda.
Un asterisco e un numero che conosco bene,
ma ho avuto l'accortezza di riporre.
Ora sorrido all'allegria del tuo sorriso,
un po' timido a volte,
come sul punto di ritrarsi,
ai baci che facevi schioccare per gioco,
come in una commedia americana.
Particolari del teatro che inventasti,
messo in scena con mezzi di fortuna,
l'amore unico tema di un bozzetto
di per sé francamente evanescente.
Ma l'amore che consumavamo era diverso,
sapeva di pesca e di poesia,
la gialla polpa addentata mentre il succo già cola,
le mani che stringevano le mie a cercare
sogni,
cedendo poi a un'esasi sonnambula,
che mi imbarazzava.
Cosa sapevo di te, mi sono chiesto,
e mi chiedo di nuovo:
tu eri un'altra nei gesti noncuranti con cui scoprivi le spalle,
un'altra nella brezza rovente dei giovani fianchi.
C'era una parte di te, forse di noi,
che si svelava ogni volta,
e si occultava,
una parte contesa, sempre in fuga
verso un altro paesaggio.
Lasciava dietro di sé una scia di luce,
e nel buio della luce una domanda,
la stessa che ho provato anch'io a domandare,
rincorrendo l'esistenza.
Madreperla testo di Riccardo Ghezzi