Dio perdona persino gli assassini!

scritto da Avamoldavia
Scritto 3 anni fa • Pubblicato 3 anni fa • Revisionato 3 anni fa
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Testo: Dio perdona persino gli assassini!
di Avamoldavia

Dio perdona persino gli assassini!

Dio perdona qualsiasi peccato purché il pentimento del peccatore sia sincero.

Il perdono per essere tale dev’essere difficile e non deve dimenticare il male fatto. Bisogna ricordare le azioni compiute e perdonare la persona; quindi scindere la persona dalle azioni che compie.

Indipendentemente dalla fede, ciò ci apre gli occhi nei nostri peccati della quotidianità; quando ci sentiamo in colpa per aver fatto una cosa dovremmo porre a noi stessi una domanda importante: mi pento veramente di quello che ho fatto? Se così non è, non ha senso sentirsi in colpa, rimane semplicemente un sentimento negativo, non costruttivo, perché quel peccato, tornassimo indietro, si ripresenterebbe in seno a noi; se invece così fosse, siamo perdonati.

Il perdono, poi, non lo si intende dato dagli uomini, si intende il perdono di Dio. Anche qui possiamo escludere la fede, se vogliamo, perché essere perdonati da Dio equivale a essere perdonati da se stessi, dalla nostra coscienza, dal nostro Io più profondo, perché il nostro Io conosce la verità e la sincerità. Il senso di colpa è uno stare male con se stessi e il fine ultimo è riuscire a perdonarci.

A questo punto vi potreste chiedere se, una volta pentiti, bisogna espiare in qualche modo o è sufficiente sapere di aver sbagliato.

Anche se le parole non mi aiuteranno provo a raccontarvi la mia personale opinione, probabilmente opinabile.

Bisogna “semplicemente” esserne veramente pentiti. Il ché non è semplice per niente, ma anzi è il punto più difficile.

Nel caso di dolore, fisico o mentale che sia, la punizione (che non dev’esser condanna del boia, che deve guardare al condannato e che non può essere vendetta, in quanto ci si deve rifiutare di combattere il male con il male; e non bisogna ridurre la persona al dolore che provoca, in quanto essa vale più delle azioni che compie) serve a salvaguardare l’altro, ma nel caso in cui si fosse peccaminosi interiormente e intimamente, senza produrre azioni o se mettessimo da parte per un brevissimo momento il male provocato agli altri, in questo caso non dovremmo fare niente di pratico.

Dobbiamo essere veramente pentiti, con la nostre più pure volontà. Allo stesso tempo, però, quando si compie un’azione lo si fa coscientemente, sapendo quali sono le conseguenze che ne deriveranno. Se tali conseguenze sono ignote per il nostro essere, probabilmente non si ha un certo intelletto e se non si ha un certo intelletto non si ha neanche la capacità di pentirsi con le più pure volontà, a meno che voi non stiate intendendo il dispiacere e la pena che altri potrebbero suscitarvi.

La società in cui si vive e la vita in generale fa generare nelle nostri menti automaticamente dei pensieri, quando essi sono impuri sono peccati; sono generati automaticamente e derivano dalle prassi comuni, dai modi di fare, dai pregiudizi e da tutti i meccanicismi che la società ci impone.

Fare o pensare di fare, per se stessi, è la medesima cosa.

Il gioco cambia quando sono gli altri a entrarne.

Pensiamo ma ci imponiamo di non farlo, categorizzando quella cosa come sbagliata e consapevolmente sappiamo di non doverla fare e non la facciamo. Crediamo che l’autocontrollo sia più importante? Il problema si pone comunque: il punto centrale è proprio la testa, il corpo, l’anima e l’IO.

La purezza dell’animo, mi si contraddica pure, sta proprio nel non formulare nemmeno dentro se stessi determinati pensieri.

 

Un’osservazione che non va interpretata alla lettera.

Sottolineo ulteriormente l’indipendenza dello scritto dalla fede, in quanto credo sia, data l’immensità della portata nel corso dei Secoli della religione, una chiave di lettura per chiunque, un mezzo educativo per qualsiasi popolo e qualsiasi epoca.

Essa, la religione appunto, è un aiuto per aiutare la persona a comprendere, per aiutare a perdonarci.

La diffusione del verbo ha bisogno delle masse e grazie alle masse si alimenta, grazie a questo percorso arriva nelle menti più profonde e da loro viene interpretato, trasmettendo così un codice di vita civile e quindi lo stare bene con se stessi e lo stare bene con gli altri; l’altra faccia della medaglia impone che nel tempo poi rimanga più la forma che la sostanza.

Dio perdona persino gli assassini! testo di Avamoldavia
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