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É bella la mia isola,
è fatta di sassi sghembi
e cespugli tignosi e riarsi
e terra friabile e scura.
M'incanto a mirare
le capre golose
di rovi e cortecce
e mi culla dall'alba
al vespro il ronzio
delle api.
Tutto è paradiso
sulla mia isola bella:
i fiori e le bacche
e le onde e il garrire
delle rondini e lo stridio
dei gabbiani furiosi.
E mi nutre più del pane
la notte buia e i miliardi
di stelle lucenti.
É bella la mia isola,
fin quando d'estate
arrivano i signori
a bordo di barche
lussuose.
Attorno a essi, tanti
piccoli squali curiosi
su gommoncini da poco.
Adocchiare gli yacht,
il loro supremo sollazzo!
Armati di potenti binocoli
scrutano i padroni
e i loro allegri ospiti
e i marchi dei costumi,
dei kaftani, dei cappelli
e dello spumante…
ne faranno incetta ai saldi
e alla bottega dei vini.
Io, aspetto ottobre…
saranno altrove i ricchi
di denari e di cose.
Saranno altrove i gonzi
a inseguirli, forse sui monti.
L'esilio da tutti… il mio superbo ristoro.