Contenuti per adulti
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A est del tuo cuore ho visto immense cattedrali, fiumi d'oro zecchino, candelabri di cristallo e due torri d'avorio.
C'era un fienile di giovenche, un calice d'amore e tre fate more che aspettavano che si aprisse la luna.
La città era piena di luce quando atterrammo su Sirio. Le stelle stavano a guardare, e le frasi ballavano il valzer.
Tutti guardavano la Terra da un telescopio gigante, a est del tuo cuore c'era il mio amante.
Poi ho sentito Odisseo gridare ai quattro venti: viva la vita, viva i frangenti dove tutto si espande, dove ogni mano si stringe, e il cielo si tinge d'arcobaleni.
Posso vedere la tua casa da qui, ogni filo d'erba. Posso sentire le formiche parlare d'amore e vedere danzare le ore. Senza fiato sono arrivato all'isola che non c'è, a un lato dei tuoi occhi cinque pesci e tre ranocchi. A est del tuo cuore ho baciato i tuoi ginocchi.
L'oca delle nevi volava sulle ali della fantasia, quando nell'antro dell'anima ho intravisto casa mia. Era di ferro e cemento, un nuovo argomento fatto di versi e malinconia.
Mentre scendevo dal piedistallo dei tuoi capelli è caduta una stella. Si è seduta sul mio sudario, e viaggiavamo sulle onde d'un mare fatto di fuliggine e sapore.
Nudo senza orpelli ho visto Paride, su un cavallo alato c'era Achille e la spada di un tramonto. A est del tuo cuore ho sentito lo scoiattolo cantare, ho visto un angelo fumare marijuana e il cavallo di Apollo correre su un mare fiorito.
Ero un viaggiatore stazionario nell'anima di un itinerario, un membro del consiglio senza carne e senza figlio, solo il corpo astrale e un programma digitale. A sud del mio cuore c'era un muro da scavalcare, una canna per pescare e le tue mani d'adorare.
A Berlino ovest ho incontrato la tua amante vestita di terra e di cielo, la mia gatta a pois che mangiava luce e carezze.
A Parigi c'era un rifugiato, un canto stellato e una torre di panna e canditi.
A est del tuo cuore c'era una spiaggia, tanti gabbiani, cristalli di quarzo e alberi chini, e rosso con macchie di passione, il tuo bikini. Nel deserto del Sahara ho incontrato un miraggio. Era il dieci di un mese lontano, quando mi è apparsa Venere nuda che suonava un blues al pianoforte.
Era bella da mozzare il fiato, la pelle seta da tessere un orgoglio, gli occhi da specchiarsi dentro, e seni profumati come una rosa senza spine.
A nord del mio cuore poeti scrivevano in rima e correvano su cavalli selvaggi, per approdare nel regno di Asgard. Erano fatti di carne e fibre ottiche, di plasma celeste, di pane e peni fecondi.
Poi sono tornato in me stesso, mi sono svegliato accanto a te, mia dea di zolfo, mia stanza sfavillante gentilezza. Ho pregato il dio dei misteri e per ore ho appoggiato la mia testa al centro del tremante, tuo fluido amore.