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Una giornata a Marechiaro”
(Sceneggiata fantastica napoletana in tre atti)
Ambientazione: Marechiaro, Napoli.
Un piccolo pontile, mare calmo, cielo limpido.
Tempo: Un caldo giorno d’estate che sembra eterno.
Personaggi:
Gennarino, pescatore-poeta, sognatore e scanzonato.
Concetta, sua moglie, pratica, superstiziosa, e un po’ maga.
A Sirena, creatura del mare, bellissima e malinconica.
Don Mimì, vecchio cantautore che ha venduto l’anima al Vesuvio.
O Mare, personaggio invisibile, ma che tutti sentono (parla con voce profonda).
ATTO I – ‘O SOLE E ‘A SIRENA
(Il pontile di Marechiaro. Gennarino sta pescando e scrivendo versi su un taccuino .
Concetta sbuca da una porticina, con uno scolapasta in mano.)
Concetta
Gennarì, e daje! Ancora con’ questi versi?
C’è manca ‘a pasta e tu stai a parlà co’ ‘o mare!
Chi sogna , non mangia
Chi canta , non chiava.
Gennarino
Concè, ma tu lo senti?
Sta cantanno forte oggi,
pare ‘na tammurriata liquida.
Nu blues alla Pino Daniele
Concetta : Ma che dice ti sei montato la testa di strani versi
Se mi incavolo non la vedrai più nemmeno chesta bella….
Gennarino: Uhe concettina quella non me la puoi negare ,
Siamo marito e moglie
Esiste un contratto matrimoniale.
Concetta
(Mette le mani ai fianchi)
L’unica cosa liquida è ‘a bolletta dell’acqua che dobbiamo pagà! Questa la vuoi gratis da oggi in poi si paga
Gennarino: Concetta tu mi vuoi morto
Concetta: Vai a lavorare come fanno tutti
Porta le sordi a casa.
Cosi mangerai e vedrai la signora…
(Improvvisamente, emerge dal mare ‘
A Sirena, luccicante e triste.)
’A Sirena
Gennarì, mi chiamavi?
La tua voce è arrivata fin sotto Posillipo.
Gennarino
(Stordito)
Madonna mia...
O è il sole, o è poesia!
Concetta
(S’infervora)
Chi è sta creatura mezza nuda?
Cosa vuole questa svergognata ?
’A Sirena
Sono venuta a cercare la voce perduta del golfo.
Qui, un tempo, le canzoni facevano cadere le stelle…
Concetta: Senti bellezza questo è il mio uomo
Tu vatti a trovare un tritone e lasciaci in pace
Perché se m’incavolo ti scippo tutti i capelli
da quella liscia di pesce.
Sirena: Sei assai maleducata .
Povero Gennarino .
Non lo meriti affatto.
Un sognatore dovrebbe stare con chi sogna e spera.
Concetta: Bella con la pancia a vacante non si cantano canzone ma solo disgrazie.
ATTO II – ‘A CANZONE RUBATA
(Arriva Don Mimì, zoppicante, con una chitarra e un sorriso ambiguo.)
Don Mimì
Ah, siete ancora qui, a sentire il canto del mare?
Io l’anima mia l’ho data al Vesuvio, in cambio del successo.
Gennarino
E ti è rimasto solo fumo…
Don Mimì
(Feroce)
Meglio il fumo che ‘a fame.
E poi... chi canta più le vere canzoni?
Le parole belle si so’ perse tra vecchie melodie
Il rap ha fatto tutto il resto e adesso cosa ci è rimasto il trap cosi ci siamo attaccati al tram per ritornare presto a casa.
’A Sirena
(Commossa)
Ma c’è ancora chi ascolta il mare.
Chi scrive con le mani bagnate di salsedine.
Come Gennarino.
Concetta
(Magicamente cambia tono, prende una collana dal petto)
Aspettate. Mo ve lo faccio vedé.
Io tengo ‘a conchiglia parlante...
C’è sente pure ‘a voce d’o passato!
(Concetta posa la conchiglia sull’acqua.
Una voce profonda la riempie.)
Gennarino
Concetta fammela sentire solo a me.
Fammela tocca, ne ho tanto bisogno
Concetta :
Sei incorreggibile Gennarino
’O Mare
(Voce profonda)
Io vi ho dato storie, musica, pesce e poesia.
Ma voi vi site scurdati di me.
Chi canta cu’ core, mi ritrova.
Chi mi cerca diviene quello che spera divenire
Una canzona , una melodia.
Diviene o sogna di divenire un altra canzone d’amore.
ATTO III – ‘A RINASCITA
(Il cielo si tinge di arancio. Gennarino prende la chitarra di Don Mimì e comincia a suonare.
La Sirena danza sull’acqua. Concetta, inaspettatamente, piange.)
Gennarino
(Cantando)
"Marechiaro, raccontami, dei tempi antichi
parlami ancora, d’amore antico, con voce senza paura.
Na sirena, ‘na moglie, ‘na canzone,
o core mio è una passione."
Poesia serena come questo cielo.
Sento ogni cosa , sento o mare
l’anima di questa terra
Sento la voglia di vivere
di rinascere in una canzona nuova.
Don Mimì
(Si toglie il cappello, in pace)
Forse posso tornare a scrivere... senza vendermi più.
’A Sirena
(Scompare lentamente)
Finché canterete, e vi vorrete bene io ritornerò.
A Marechiaro resterà questa finestrella
con questo garofalo che scende lungo il davanzale.
Marechiaro mi guardi con occhi pieni di passioni
Luogo d’amore per tutto lo munno.
Concetta
(Abbracciando Gennarino)
Gennà va bene pure senza magia… senza soldi te la faccio vedere e toccare.
Basta che resti sempre con me
Tu e ‘o mare, naturalmente.
(Una risata collettiva s’ode . Il sole tramonta.
Sullo sfondo, una vecchia canzone napoletana si sente nell’aria.)
[Sipario]