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A Gaza si balla su un cimitero
Soffia a Gaza il vento sulla polvere,
di case sbriciolate, sogni spezzati e
vite martoriate.
Si eleva nell’aria pregna di odore
di morte,
il canto muto delle madri in
attesa,
dei figli e degli amori mai tornati.
Il cielo si tinge di ferro e di fuoco,
mentre la terra,
per quello che può, si ribella.
Ogni passo è memoria, ogni sguardo
è paura, negli occhi dei bambini
disperati e mutilati.
Ogni notte è un patto col buio
che amplifica e nasconde
il rumore delle armi e delle bombe.
Netanyahu vergognati,
hai perso la ragione, la dignità e
l’umanità,
e nessuno si oppone e ha pietà.
Tra sirene che urlano e silenzi che
gridano,
c’è un popolo che sta bruciando,
e un esercito che lo sta sterminando,
in un abbraccio mortale
che il mondo,non sa evitare.
Tra le crepe di un muro distrutto,
un bambino con gli occhi gonfi
di pianto,
piangendo disegna, con tratto tremante
e incerto,
un ponte invisibile tra ciò che è
passato,
e ciò che ancora sogna e ha sempre
sognato e sperato.