Rex Mundi

scritto da JimmyJonx
Scritto 5 mesi fa • Pubblicato 4 mesi fa • Revisionato 4 mesi fa
0 0 0

Autore del testo

Immagine di JimmyJonx
Ji
Autore del testo JimmyJonx

Testo: Rex Mundi
di JimmyJonx

Un gruppo di persone si era isolato da qualche parte qui vicino, un ashram con tanto di santone. Me lo stavo immaginando: doveva essere il solito pervertito con un importante titolo di studio in guarigione angelica di quinto livello preso su internet. "L'arcangelo Krishna mi ha parlato dalla sua astronave e mi ha detto che solo con un rito copulativo potrai raggiungere l'illuminazione" mentre i poveretti non degni per aspetto dovevano accontentarsi di abbandonare i beni terreni per entrare nell'astronave. Non so perché tutti i santoni sono sempre pervertiti, da Rasputin a Mason, potrebbe valere la pena indagare un'altra volta.
Ma era ora di incontrare davvero questo tizio, avevo bisogno della mia storia. Il posto non era poi così lontano, in fondo si trattava di un agriturismo reinventato ad alloggi, un edificio circondato da un praticello, entrambi troppo impegnati con lo spirito per badare alle apparenze. Appena giunto mi accolsero due dei cinque fedeli. Due visi asciutti, la vita bucolica non aveva calmato la luce tremolante negli occhi di chi ha visto una delusione di troppo. Pensavo che solo persone così potessero essere settari e a quante delusioni mi mancassero per essere come loro. I loro modi erano gentili, invero sin dalle prime telefonate erano sembrati disponibili, non si facevano problemi a mostrare la vita in comunità e parlavano del loro leader come di una persona naturalmente amabile. Uno di loro mi si avvicinò e mi fece segno di seguirlo.
"È come se fosse nato per stare in famiglia, è difficile immaginarselo in un altro contesto" 
"Come un lavoro?" pensai, temendo che le parole potessero innescare un'altra e più pericolosa metamorfosi dopo l'ennesima delusione. 
"Come vi siete conosciuti?" 
"È un mio familiare." 
"Io sono un'amica che li visitava spesso." 
"E come vi è venuta questa idea?" chiesi preoccupato della banalità della storia che ne sarebbe uscita.
"Nessuna idea, ci siamo mossi guidati dalle sensazioni. Con lui è sempre stato tutto così diverso, semplice. Risponde ad ogni cosa che il mondo gli getta addosso con un sorriso. Volevo quella sensazione sempre e lui mi ha accontentato." 
"Io l'ho seguito, sapevo cosa stavo facendo, parlavamo spesso del tempo passato insieme."
Quanto poteva essere bravo questo tizio? Gli aveva davvero convinti con così poco? Dei sorrisi? Andiamo, non poteva essere, dovevano nascondere qualcosa. 
"E quale sarebbe il suo e vostro manifesto, la vostra filosofia?" 
"Lui non parla." 
Ok, adesso sono preoccupato, qualcosa non va. 
"Le parole generano conflitto."
Intanto passava un altro membro, intento a pulire. 
"Scusaci, lui ha una chioma molto folta che rende la pulizia un dovere giornaliero." 
I capelli, dovevano essere i capelli, quello che rendeva predisposti ad essere capi di sette, come Rasputin e Mason. 
"Ma lui non ci ordina, qui seguiamo i nostri istinti, il pensiero tradisce l'anima." 
Erano quasi adorabili. 
"Eccoci qui, lui si trova dopo questa porta, è sempre molto curioso verso gli estranei." 
Aprii la porta e mi saltò addosso un cane di taglia grande, voleva giocare e tutto il suo essere sembrava invitare alle coccole. Forse il guru non era davvero una persona cattiva per aver cresciuto un animale così solare.
"Vi lascio da soli."
"Quando arriverà il capo?" 
Chiuse la porta accennando un sorriso sardonico che doveva appartenere alla sua versione precedente. Stranamente aveva senso, anzi, non aveva mai avuto più senso. Non stetti lì a pensare, avevano ragione, lo sentivo. Era strano che gli altri non lo capissero.

Rex Mundi testo di JimmyJonx
2