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Sono in un luogo perduto,
chiuso.
Correvo un sentiero solingo,
di innumeri passi di sabbia,
incerti.
Intravvidi al lontano orizzonte un disegno,
tracciato dalla memoria del sangue,
un oscuro disegno di tremenda bellezza,
pareva,
perfetto,
concluso.
I passi si fecero stanchi e affrettati:
volevo vedere.
Poi mi fermai:
il disegno si parò come un ghigno,
osceno,
beffardo.
Amaro volsi il capo:
fu un inganno
o il nulla,
non lo posso sapere.
Resto nel luogo perduto,
chiuso rifugio,
sospeso...
Inutile serrare le palpebre:
ho visto e perduto.
La pena ha impresso la mente,
tatuata dal marchio bruciante
di tutte le nostalgie.
La polvere non ha sostanza,
tutto vibra,
oscilla,
il mondo è un diapason impazzito.
Infine si smorzerà,
sarà fermo silenzio,
oblio.