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Nel sogno, d'un ermo cammino
il corso seguivo dolente,
le brume del fosco mattino
coprivan, d'un velo languente,
le piaggie d'intorno ei colori
smaltavan d'un tono morente.
Non erbe, non roridi fiori,
non alberi, rivi, radure,
ma buio, ma foschi vapori.
Ravvolta in caligini oscure,
d'un tratto, la cerni e compresi
l'arcano di quelle pianure.
A lei le mie mani protesi,
le dissi:" Sembianz' immortale,
t'ho scorta, a lungo t'attesi!".
Pandora, la donna fatale,
fidendomi l'occhi, rispose:
"Viandante del mondo mortale,
che vaghi per vie tenebrose,
il Fato, frai lumi d'occaso
del flebil tuo sogno, mi pose."
Ond'io: "Tu che'l mondo hai pervaso
dei mali, ch'inganni produci!
Pandora, dischiudi quel vaso,
brillante di torpide luci!
Fa escirne quel vago sembiante,
ch'all'uomo per guida conduci! ".
Scrutandomi, assorta e distante,
sorrise Pandora all'istanza,
svanendo nel cupo levante,
lo schiuse: n'escì la Speranza ...