‘Mi alzo o non mi alzo?’ questo è il problema di chi ha una certa età. La scusa della televisione accesa o del rumore in garage lascia il tempo che trova. Del resto, usarla per se stessi è umiliante, oltre che assurdo.
Così, con uno sforzo di volontà, accendo la lampada del comodino e mi scopro.
‘Accidenti, fa già parecchio freddo’ penso, mentre mi avvio ciondolante verso il bagno, con gli occhi semichiusi.
Nel tornare a letto, lo sguardo mi cade sulla finestra: ‘aperta? com’è possibile, in questa stagione... sono sicuro di averla chiusa ieri sera’.
E se non è stato così? Il dubbio comincia a tormentarmi. Dopo essermi un po’ rotolato fra le coperte, mi scopro nuovamente e mi alzo di nuovo.
Ormai sono completamente sveglio. Che fare? Nessuno mi vede e, dunque, non è il caso di vergognarsi a guardare sotto il letto: spazio vuoto!
E nelle altre stanze?
Ancora traballando, apro la porta di mio figlio. Per fortuna è a letto a casa sua e non può vedermi!
Guardo nell’armadio: nessuno! Comincio a sentirmi un po’ stupido; ma, ormai che ci sono, diamo un’occhiata anche sotto questo letto: sotto, il pavimento è vuoto e pieno di polvere.
Non rimane che guardare nell’altra stanza. Il cane e il gatto mi seguono come ombre e mi mettono un po’ di soggezione: per fortuna sono bestie e non pensano.
Anche in questa stanza tutto tranquillo. Tornare a letto? Sì, ma c’è ancora un’ultima stanzetta; tanto vale ormai …niente anche qui.
Via sotto le coperte, non senza aver chiuso prima la finestra. E, questa volta, ne sono sicuro; la mia attenzione a ciò che faccio è ben allertata.
Al calduccio finalmente. Ma non mi riesce di addormentarmi, un pensiero mi tormenta: nell’ultima stanzetta non ho guardato nell’armadio.
‘Ma chi vuoi che stia dentro un armadio, è impossibile!’
Non c’è verso: quando hai un pensiero fisso, prova a liberartene, se ci riesci.
Così, per la terza volta, mi alzo sbuffando, ma anche con un po’ di apprensione. Apro l’armadio con cautela; una maglia mi cade fra le braccia e caccio un urlo. Accidenti al mio disordine!
Torno finalmente a letto. Mi viene in mente, mentre mi rigiro, di quella volta al mare…
dormivo nella stessa stanza dei miei.
C’è un brevissimo antefatto che riguarda l’azione poco cavalleresca di un mio amico – avversario, che pensò bene di farmi lo sgambetto mentre correvo sicuro verso il canestro. Ovviamente caddi e lasciai sull’asfalto due strisce sanguinanti delle mie ginocchia, ignare e incolpevoli di tutto. Risolvemmo la questione con uno ‘ scusa, mi dispiace’ e non ci furono strascichi (del resto quelli erano i tempi: era abbastanza fuori dall’ordinario rincasare del tutto intatti).
Comunque, per tornare a noi, ci volle un buon mese per guarire completamente e nel frattempo andammo al mare.
Una notte caddi dal letto (chissà perché mi succedeva di frequente); naturalmente caddi sulle ginocchia, piene di croste. Mi svegliai subito per il dolore e, senza stare molto a pensarci, mi apprestai a risalire sul letto per continuare il mio sonno interrotto.
Ma ecco che, mentre brancolavo nel buio, uno scoppio improvviso di urla mi accapponò la pelle: pareva d’essere in una bolgia infernale. A tentoni arrivai all’interruttore, lo premetti e luce fu.
Nel mezzo del letto dei miei vidi due corpi avvinghiati e urlanti.
“Chi urla?” gridò mio padre., abbracciando mia madre.
“Come, chi urla: siete voi due che urlate, siete pazzi?”
“Mi pareva come se ci fosse un terremoto”
Forse la mia caduta sulle travi sconnesse del pavimento era stata interpretata dal suo subconscio come un terremoto.
“Beh, buona notte”.
Così anch’io mi ritrovo ora sotto le calde coperte, non del tutto rassicurato. Chissà perché.
Viene, finalmente, l’alba dopo una notte a dir poco strana. Una pallida luce filtra dalla finestra. E’ ora di alzarsi, il cane reclama, per non parlare del gatto, che è da mezz’ora che miagola.
Orsù, scopriamoci, con un’azione che mi è particolarmente familiare nelle ultime ore.
Mi vesto, vado verso la porta della camera e lo sguardo si posa, autonomamente, sulla finestra.
Ma…possibile che sia ancora aperta?
Di notte testo di Frato