Niente. Non ci riesco. Sono ormai mesi che mi hai abbandonato. Con te, sembra essersene andata anche la mia ispirazione. Sento un vuoto, un vuoto enorme ed incolmabile dentro di me, un vuoto che , giorno dopo giorno, mi assorbe. Mi assorbe nella routine, nel lavoro, nelle strade piene di gente e di luci di Natale. Quando non lavoro passo le giornate a deprimermi, ad affogarmi nel senso di inutilità, di malinconia, di tristezza e solitudine che circondano la mia vita. Altre volte esco, vedo gente di cui non mi importa niente. Beviamo fino a stordirci e balliamo come zombie ipnotizzati per poi stare male e dormire tutto il giorno seguente. In quei momenti mi sembra quasi di stare bene; l'attimo tra la sbornia e doposbornia sa di leggerezza, di benessere. Mi sento invincibile, onnipotente, prima di piombare nuovamente nell'oscurità, nel vuoto assordante della mia camera, nell'amarezza della mia vita va, ma non va come vorrei. Ci sono giorni dove vorrei solamente dormire, dormire tutto il giorno e sognare me e te, ancora insieme, nel tuo catorcio di macchina, uniti in un eterno e dolce abbraccio. Dolce come le tue guance, quelle guance così morbide che mi piaceva baciare delicatamente per ore mentre tu facevi finta di sbuffare.
Ora quando sono nel letto, da solo, mi viene solo che da piangere. Non riesco più a percepire il tuo odore sotto il piumone e più mi copro, più mi sembra di gelare. Stalattiti acuminate e glaciali ormai nascondono il mio cuore. Fa freddo qui senza di te. La mia vita è fredda, indescrivibilmente gelida e grigia come il cielo di questa città. Mi sembra di vagare in un labirinto glaciale e spettrale, tormentato dal ricordo di quei mesi passati insieme. Quei mesi in cui niente mi pesava, in cui l'oscurità sembrava essersene andata, in cui avevo energia da vendere. Averti accanto mi rendeva più leggera l'esistenza. Mi sembrava di vivere, anzi, vivevo veramente. Adesso nemmeno sopravvivo. Semplicemente, esisto. Esisto perché respiro, esisto perché, se decidessi di andarmene, distruggerei la vita delle persone a me più care. Esisto non so per quale motivo. Tu vivi. Io esisto. E non sai quanto sia dura. Non sai quanto sia difficile scendere dal letto ogni mattina, lavarsi, lavorare, avere una vita sociale e fingere che vada tutto bene. Non sai quanto è dura e quanto, a volte, desidero che sia tutto finito. Il dolore un attimo e sarei libero per sempre.
Vorrei ci fossi qui tu a proteggermi dal freddo di queste notti invernali, dai miei brutti pensieri e dalla mia autodistruzione. Tu mi hai insegnato la gioia delle piccole cose, come creare l'allegria dal niente, come essere felici con poco e niente. Hai acceso dentro di me un fuoco di vita che credevo estinto da anni, salvo poi abbandonarmi e lasciarmi e contemplare le ceneri. Le nostre ceneri.
Non ce la faccio ad avercela con te. Se ti avessi davanti, ti urlerei addosso per un secondo e poi pentirmene per tutta la vita. Un abbraccio, mi basterebbe solo un abbraccio, un tuo dolce, forte, lungo e tenero abbraccio. Poggiare la mia testa sul tuo petto r rivivere, almeno per un po' attraverso il tuo respiro.
Mi si stringe la gola e le lacrime iniziano a scendere. Quasi non ci vedo. Sono stanco e ho freddo. È preso, ma quasi quasi vado a dormire. Almeno così, mi si scalderà un po' il cuore e la mia anima smetterà, anche se solo per poco tempo, di tremare.
Vi auguro tutto il calore del mondo, miei Amati Lettori.
Con tanto tanto affetto.
A.
Freddo, tanto freddo..... testo di Andrew