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Una notte, un bar tanti anni fa
Qualche volta, in quelle calde notti d’estate di cinquanta anni fa quando io e mio padre eravamo sulla strada di casa verso la nostra fattoria, mio padre si sarebbe piegato sullo sterzo della sua vecchia ammaccata Chevy dicendo: “E’ una scorciatoia, ” mentre imboccavamo una stradina polverosa nel mezzo del nulla con i ciuffi della Tillandsia usneoides che pendevano dagli alberi e arrivavano a sfiorare il tetto della macchina e il distinto fruscio di rospi e serpenti nell’oscurità.
Nel giro di pochi minuti ci imbattevamo in un vecchio bar dimenticato con le luci di Natale accese e che brillavano nella notte di Luglio. Mio padre scendeva con un balzo. “Torno subito, ” avrebbe detto mentre si allontanava verso il bar dalla nostra macchina che aveva avuto un guasto, era la nostra scusa.
Non dovevo aspettare troppo prima di vederlo tornare con una confezione di birra Coccarda Blu da portare da questa contea umida a quella asciutta che noi chiamavamo casa (nel dialetto del Sud, umido o asciutto si riferisce ai posti, dove si può bere e dove no). Prima di riaccendere il motore, mi avrebbe porto un uovo sodo in salamoia che era incluso come regalo per la mia pazienza, appena pescato dal barattolo dentro il bar.
“Per te, ” mi avrebbe detto.
Appena iniziavo a masticare il mio uovo mentre ci allontanavamo dal bar, sentivo che io e mio padre eravamo in perfetta armonia con il mondo. Due complici nella notte del Sud. Santi e peccatori esclusi.