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Viveva l’amore come qualcosa di eterno e indissolubile. Solo il tatuaggio, pensava, poteva testimoniare la profondità di un sentimento che sarebbe durato nel tempo.
Quando incontrò Serenella, subito si volle far incidere sula pelle qualcosa di lei che rimanesse per sempre. Certo, non fu una cosa facile perché, per l’appunto, la ragazza era una storica dell’Arte e, dopo ampia discussione se tatuare o meno il” Giudizio Universale” della Cappella Sistina, giunsero al compromesso di tatuare una Sibilla o, meglio, una “sibillina”.
Col tempo però il rapporto si ruppe e l’ornitologa Carlotta sostituì la storica dell’Arte, seguita poi da una cinofila di nome Ernesta, dalla poetessa Milena, finché… finché si innamorò di Ornella che purtroppo era ingegnere aerospaziale.
Nel frattempo, bisogna dire che il suo torace era diventato una vera e propria opera d’Arte: un pappagallo appollaiato sulla testa di una “sibillina” era guardato “in cagnesco” da un mastino napoletano che recitava una poesia.
Tuttavia, l’idea di dover aggiungere un veicolo spaziale in quel contesto gli provocò una tale nausea, da trasformarlo, da innamorato appassionato, in un misogino patologico, tanto da volersi vendicare delle donne amate e fu così che in segno di disprezzo, decise di farsi tatuare, quasi fossero conquiste, l’elenco dei nomi delle ragazze in ordine cronologico.
Il tatuatore si accinse al lavoro e, appena ebbe finito, soddisfatto disse:” Perfetto, si alzi pure e si guardi allo specchio!” Lui si alzò… e subito svenne!
Ma che era successo? Semplicemente il tatuatore, non trovando spazio sufficiente, aveva pensato bene di tatuare solo le iniziali dei nomi delle ragazze, sicché sul suo braccio, in bella vista si poteva leggere l’acronimo… S.C.E.M.O. !