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Oggi, la donna ha paura di dire "no", di rifiutare, di scegliere per sé, perché in quella parola c'è il rischio di perdere tutto,
di diventare preda di chi non accetta il suo diritto
di essere libera, di essere se stessa.
Un "no" che dovrebbe essere il suo diritto, un "no" che è solo un confine, un limite che definisce la sua persona, eppure oggi è la condanna, il preludio di una violenza che non ha giustificazioni.
Il suo "no" è spesso la fine di un amore che non è mai stato amore, è la risposta a chi crede di poter possedere, a chi confonde il rispetto con la dominazione, e la libertà con la paura.
E se quel "no" non viene accettato, diventa un grido che nessuno ascolta, un ultimo respiro che ri spegne troppo
presto.
La donna oggi non ha solo paura di dire
"no",
ha paura di vivere con la consapevolezza che il suo rifiuto può costarle la vita, che la sua voce può essere soffocata, che il suo corpo può essere spezzato da chi, sotto il nome di amore, nasconde il volto della violenza.
Eppure, nessuna donna dovrebbe mai
di dire "no" al suo diritto di scegliere, al suo diritto di vivere senza paura, senza che il suo rifiuto diventi la sua condanna,
senza che la sua libertà venga punita.
Perché il "no" di una donna è un "sì" a sé stessa,
è la difesa del suo essere, del suo diritto di esistere,
senza dover subire il peso di chi non sa amare.