Lago Cecita

scritto da innuendi
Scritto 3 mesi fa • Pubblicato 2 mesi fa • Revisionato 2 mesi fa
0 0 0

Autore del testo

Immagine di innuendi
Autore del testo innuendi

Testo: Lago Cecita
di innuendi

Il lago Cecita.
Due curve prima dell’ingresso di Camigliatello Silano, nel cuore della Sila Grande.

Ricordo che ogni mattina, tra le 5:30 e le 6:00, mi svegliavo. Il mondo fuori dormiva ancora. E a me sinceramente non fregava nulla.
Fuori, zero gradi, come sempre. A volte nevicava. Neve che cadeva lenta, quasi per non farsi sentire, per non disturbare.

Accendevo il camino, mi coprivo come uno che si prepara a una guerra e uscivo col buio che stava lasciando posto alla luce. Come piaceva a me.
Il freddo mi prendeva a schiaffi, il respiro diventava fumo, sembrava di fumare se stessi.
Camminavo verso il lago.  A occhi bassi.  Come un lupo randagio.

Ai bordi del lago c’era una panchina, mezza marcia. Sempre la stessa.
Lì mi sedevo.
Accendevo una sigaretta.
E aspettavo.
Non sapevo bene cosa.

Il lago era ghiacciato. Una lastra enorme, immobile, pesante come certe notti insonni.  Intorno solo silenzio.  Quello vero. Quello che ti svuota le orecchie e ti sbatte in faccia tutto quello che sei. O che non sei.

I grandi pini  si facevano trasportare dal vento, come vecchie puttane che raccontano segreti a chi non ascolta più.
In lontananza, i lupi. Mi fissavano. Fermi. Neanche un passo.
Sapevano che non era roba loro, quel momento.
E nemmeno mia.
Era della vita, forse. O della morte. Chi lo sa.

Un lupo si avvicinava ogni tanto. Ma non troppo.
Mi guardava, come a dire: “non sei poi così diverso da me”.
E io lo sapevo.
E non avevo paura.
Eravamo due bestie alla deriva.
Due anime che non avevano più voglia di spiegarsi.

Lì, seduto su quella panchina, tra il gelo e il nulla, capivo che non servivo a nessuno.
Ma quel lago ghiacciato mi lasciava restare.
E tanto bastava.

In quel silenzio bianco ogni domanda si ghiacciava prima ancora di nascere.
Ogni certezza si sbriciolava come il pane di giorni passati. 

Forse è questo il segreto: accettare che non sei tu a comandare.
Che a volte devi solo stare zitto, farti guardare da lontano, e non rompere quel momento. Perché non ti appartiene.

Mi veniva voglia di accendere una sigaretta e aspettare la fine del mondo.

gennaio 2025

Lago Cecita testo di innuendi
9