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E strano, non trovi? Non ci hai pensato pure tu?
Dopo venticinque anni è finita qui, esattamente dove era iniziata.
Un caffè, anzi un orzo, perché ormai sono invecchiato
proprio dove una volta eri tu che mi facevi il caffè
mi sarebbero bastate poco più di mille lire.
Ma tu, lo avresti immaginato che poi sarebbe andata così?
Ora c’è un ristorante e di quel bar non v’è più traccia.
E non so neanche più se sopra, dove stavo io, ci abiti ancora gente
se ancora qualcuno, la mattina, sceglie tra le sue camicie o innaffia i gerani.
Son bastate due firme, una bic consumata e una sciatta impiegata
e così, sta volta ufficialmente, è finito ciò che lo era da almeno sedici anni.
E non si prova niente, né nostalgia, rabbia o rimpianti… forse affetto?
Nessun dolore, come cantava qualcuno.
Già… il tempo è uno spietato assassino, lava via tutto, anche quella rosa.
Ma sì che te la ricordi, quella che mi lasciasti sulla mia Citroën grigia.
Vedi? La posteggiavo proprio lì, sotto quel cippo.
L’indomani, cogliendo il fiore dal parabrezza, ci feci un gran figurone:
tutti quei turisti, appena scesi dal pullman, mi guardavano con molta ammirazione.